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Dybala aggancia Baggio ma è la Signora "suicidi". E il Genoa spera ancora

La Joya fa 115 gol in bianconero come l'ex "10". Poi il crollo e al 95'. Criscito stavolta segna il rigore

Dybala aggancia Baggio ma è la Signora "suicidi". E il Genoa spera ancora

Per la Juventus, la partita di ieri contro il Genoa rappresentava un allenamento o poco più in vista della finale di Coppa Italia contro l'Inter. Per il Genoa invece, capace di raccogliere in tutto il campionato la miseria di tre vittorie, l'ultima chance per sperare ancora nella salvezza nel caso in cui fosse arrivata una vittoria: è finita 2-1 per i padroni di casa (Dybala, Gudmundsson e rigore decisivo, in pieno recupero, di Criscito), risultato che permette ai rossoblù di sentirsi ancora vivi e allo stesso Criscito di riscattare l'errore dal dischetto del turno precedente contro la Samp. Quanto alla Signora, gioisce solo Dybala, arrivato a segnare il gol numero 115 della sua esperienza bianconera eguagliando Roberto Baggio e piazzandosi al nono posto nella classifica cannonieri della società bianconera. Un gol realizzato di destro, per di più. E neppure banale, dal limite dell'area con un mezzo giro per nulla scontato: nessun broncio, ma solo tanti festeggiamenti che magari di qui a qualche settimana trasferirà a Milano, sponda Inter.

Allegri sceglie il tridente con la Joya, Vlahovic e Kean, lasciando in panchina anche De Ligt. E in mezzo al campo è Arthur il primo incaricato di fare gioco, mentre Miretti agisce da mezzala al pari di Rabiot: il baby del 2003 fa il suo con personalità, mentre il brasiliano una volta di più non giustifica la valutazione mostruosa che ne era stata fatta ai tempi dello scambio con il Barcellona che aveva coinvolto Pjanic. Non un gran primo tempo, ecco: Kean si divora il possibile vantaggio, poi tanto gioco ruminato ma senza la qualità necessaria per sfondare. Cuadrado a due cilindri risulta per una volta poco utile in fase offensiva e impreciso in copertura, Vlahovic non si vede mai e Dybala raramente. Buon per il Genoa che prende un pizzico di fiducia: Melegoni e Portanova sono i più pericolosi, ma prima di metà gara di reti non se ne vedono e, anzi, è ancora Kean a palesarsi dalle parti di Sirigu.

Poi, a inizio ripresa, il lampo della Joya (decima rete in campionato, la quindicesima stagionale) dopo una buona chance sprecata da Destro: le sostituzioni di Allegri certificano il pensiero già rivolto all'Inter e quel che segue è un copione già scritto, con gli instancabili tifosi rossoblù a cantare sempre e comunque, il Genoa quasi rassegnato e la Juve in controllo, migliorata nella gestione del pallone perché Miretti finalmente spostato in mezzo al campo è già oggi giocatore migliore di Arthur.

Quindi, i fuochi d'artificio: palo di Dybala (di sinistro, stavolta), Sirigu decisivo prima su Kean e poi su Vlahovic, una mezza papera in dribbling di Szczesny prima del pareggio di Gudmundsson e dell'incredibile rigore (fallo di De Sciglio su Yeaboah) in pieno recupero.

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