Roma - Alla ripartenza della Roma mancava solo il cigno di Sarajevo. Che quando dici Viktoria (intesa come la squadra di Pilsen) torna a essere l'attaccante senza pietà sotto porta. Edin Dzeko ha un conto aperto con i cechi: nove i gol (e un assist) segnati in altrettante partite giocate. Al Viktoria infilò la sua prima tripletta in giallorosso in Europa, ieri ha fatto il bis in Champions. E con la musichetta della Champions all'Olimpico, il bosniaco - apparso più sereno dopo il nervosismo delle ultime settimane - timbra il cartellino da quattro partite di fila (prima di ieri Shakhtar, Barcellona e Liverpool, le ultime sfide casalinghe del brillante cammino europeo giallorosso nella passata stagione).
«A Edin manca solo il gol - aveva detto alla vigilia Di Francesco -. E' uno di quegli attaccanti che va coccolato, è troppo importante per noi e io me lo tengo stretto».
E se al risveglio di Dzeko si aggiunge il secondo gol stagionale di Under, l'elemento che la scorsa stagione aveva spaccato più di una partita e il tap-in di Kluivert, titolare dopo essere finito in tribuna a Madrid («che a volte fa bene a chi si crede di essere già arrivato...», disse Di Francesco), ecco che il pokerissimo (di gol) e il tris di risultati è servito.
Da Mosca arriva però la inattesa notizia del Cska che piega a sorpresa il Real Madrid riscrivendo la gerarchia del girone, inserendosi prepotentemente come terzo incomodo e complicando così i piani dei giallorossi.
Il proprio stadio violato due volte in quattro giorni in campionato risulta così benevolo anche in Europa. Il ritorno al gol di Dzeko dopo 44 giorni di digiuno - peggio era andata solo nella sua prima e tormentata annata romanista quando rimase a secco per oltre due mesi - è il miglior viatico per rimettersi in carreggiata nel girone di Champions dopo la batosta rimediata a Madrid. D'altronde era già chiaro dal sorteggio di Montecarlo a fine agosto che il destino della prima fase sarebbe stato legato alle sfide con il Viktoria Plzen e il Cska Mosca. Il terzo successo in sei giorni, con undici gol all'attivo e uno solo subìto, è il primo segnale di continuità fornito dalla Roma dopo un avvio di stagione stentato.
La nona formazione cambiata in nove partite è il messaggio chiaro del percorso (inizialmente difficoltoso) svolto dal non più integralista Di Francesco per trovare modulo e uomini giusti. I giorni di ritiro forzato a Trigoria dopo il doloroso stop di Bologna sono serviti per parlarsi negli occhi e chiarirsi le idee. Ecco che la ripartenza romanista è stata più nella testa che nelle gambe e ora che i risultati iniziano ad arrivare, la crisi sembra dietro le spalle.
Lo squillo di Dzeko dopo nemmeno tre giri di lancette fa capire subito che la serata sarà in discesa. La Roma non segnava in Europa al primo tiro della gara da aprile quando arrivò la rimonta d'altri tempi con il Barcellona. Krmencik spaventa Olsen che rischia poi un pasticcio sullo stesso attaccante ceco.
Il Viktoria non si vede più davanti, i giallorossi gestiscono in surplace la sfida che regala gloria ancora al bosniaco, ad Under (che meritava il gol già in precedenza per la splendida conclusione finita sulla traversa) e Kluivert, che a 19 anni e 10 giorni diventa il giocatore più giovane della Roma a far gol in Champions. Il 5-0 è la vittoria più larga dei giallorossi nella competizione europea più importante.
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