La storia si è ripetuta: lItalia si esalta quando ha il vento contro. E così Cesare Prandelli è riuscito a rimanere per 42 giorni (da quel 21 maggio, giorno del raduno «ridotto» a Coverciano) con la sua Nazionale. Approdata a Kiev, a differenza della Spagna, rovesciando tutti i pronostici. Calciopoli o Scommessopoli che sia, il ribaltone azzurro giunge puntuale.
Con la prima pietra dello scandalo scommesse, quelle clandestine che 32 anni fa portarono le gazzelle della polizia a entrare negli stadi, si arrivò nel 1982 al titolo mondiale al Bernabeu di Madrid con la firma di Pablito Rossi, uno dei gicoatori implicati. La vicenda del 2006 è più fresca e ben nota, con la Coppa alzata a Berlino. Anche la spedizione europea di questanno era nata sotto cattivi auspici: i poliziotti a Coverciano allalba del 28 maggio scorso, con Criscito finito nellinchiesta di Cremona sulle scommesse e di fatto estromesso dalla nazionale, la reazione a catena con lavviso di garanzia rimasto in sospeso di Bonucci, lindagine della Guardia di finanza per Buffon e la provocazione di Monti di sospendere per due-tre anni il campionato per il deflagrare dello scandalo. Con tanto di provocazione prandelliana per cercare lo scontro istituzionale: «Se serve restiamo a casa e non partiamo per gli Europei».
In mezzo anche poche certezze tecniche: una nazionale arrivata nel ritiro polacco con tre ko consecutivi, unamichevole annullata (saggia decisione dopo le scosse in Emilia), tutto condito dallantipasto del «niet» della Lega di A di fronte alleducata richiesta del ct di stage di addestramento tattico degli azzurri. Una vera e propria corsa a ostacoli alla quale si potrebbe aggiungere anche la polemica sui gay. Tanto che arrivare a giocare due volte allOlympiyskiy stadion di Kiev (quarto con lInghilterra e finale con la Spagna) è stato un piccolo miracolo. Facendo già vincere Prandelli, che qualche sassolino dalle scarpe se lo è già tolto, con i sorrisi e la forza delle idee.
Oggi, a pochissime ore dalla fine dellesaltante Europeo azzurro, in casa nostra tornerà dattualità il processo sportivo sulle scommesse. A Roma di fronte alla Corte di Giustizia Federale, partirà ludienza di appello per 14 club e 33 tesserati. Servirà una settimana per avere la sentenza, poi probabilmente dal 25 luglio (se Palazzi sarà celere nei deferimenti) la seconda tranche del processo con giocatori e società ancora più eccellenti. Anche se il rischio sempre più basso di esclusioni di club italiani dalle Coppe Europee (Abete dovrebbe aver avuto rassicurazioni in merito dallUefa, visto che eventuali sanzioni arriverebbero non prima di agosto) sta smorzando lattesa.
La domanda che molti si pongono ora è se tanto entusiasmo può nascondere il brutto del calcio. A rispondere è il presidente del Coni Petrucci: «Assolutamente no, non è possibile perchè i processi fanno il loro corso, sono due tappe distinte. Non ci saranno colpi di spugna, il Paese non capirebbe e non capirebbe lo sport italiano».
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