Il calcio italiano è zeppo di figli e fratelli d'arte. Tra giocatori, dirigenti e persino allenatori, i Gabbiadini però sono unici. I soli fratello e sorella del nostro pallone. L'unico incrocio maschi e femmine è tra Beppe Baresi, vice di Mazzarri all'Inter, e la figlia Regina, centravanti dell'Inter femminile. Manolo Gabbiadini ha 21 anni, è attaccante del Bologna e fra i vicecannonieri dell'Europeo under 21, con la doppietta a Israele: domani sera affiancherà Immobile nella sfida di semifinale all'Olanda. La sorella Melania, 30enne, è punta del Bardolino, con la squadra gardesana vinse 4 scudetti, 2 coppe Italia e 3 supercoppe nazionali, ultimi trofei 4 anni fa. Dall'8 luglio toccherà al suo Europeo, in Svezia, alla ricerca di un trofeo inedito. Con 5 titoli l'under azzurrina è la più vincente del continente.
«Manolo tiene molto alla competizione - racconta la sorella maggiore -, al punto che ora non vuole pensare al mercato. È in comproprietà fra Atalanta e Juve, cerca una squadra che gli dia spazio, un tecnico che abbia fiducia in lui come Stefano Pioli». Al Bologna per la verità ha segnato 6 gol ma non era sempre titolare. «Meglio però che con Stefano Colantuono, il tecnico dell'Atalanta non vede molto i giovani». Peccato che la Dea bergamasca sia la squadra del cuore di Manolo, nato e residente a Bolgare, 5mila abitanti compresa l'ex ginnasta Francesca Morotti, che partecipò alle Olimpiadi di Atlanta '96. «E infatti mio fratello è schivo come tutti gli orobici» sottolinea Melania. Eppure alle donne piace, comprese le compagne di squadra della sorella. «In tante vorrebbero che glielo presentassi, è un bel ragazzo. Ma scherzano, sanno che è molto serio nonchè fidanzato da due anni e mezzo con Silvia». Non una velina, trattasi di studentessa universitaria di Cittadella, 21 anni, conosciuta quando andò in prestito in serie B ai granata di Foscarini.
Manolo debuttò in A il 14 marzo 2010, a Bergamo contro il Parma. «È la partita a cui è più affezionato - sorride Melania -. Ricorda volentieri anche Delneri, tecnico del primo ritiro, e Ciro Ferrara, suo primo allenatore azzurrino». Non tutti sanno che solo alla firma del primo contratto da professionista lasciò il lavoro in fabbrica. «Ci aveva passato un biennio dai 17 anni, in una ditta di Bolgare. Non sorprendetevi: è semplicemente appassionato di motori, studiava da meccanico, lasciò al terzo dei 5 anni e faceva pratica lì». Come la sorella aveva frequentato elementari e medie in paese, poi prese il sopravvento la passione per i motori. Un amore trasmesso dal padre Giuseppe, 60 anni, camionista in pensione, ex portiere nella Prima categoria bergamasca. Mamma Gabriella ha 54 anni e un'altra figlia, Tatiana, 32enne, che da ragazzina faceva atletica a livello provinciale. Melania è grafica pubblicitaria, ha segnato 13 gol in 26 partite con la nazionale ma non guadagna tanto, al punto che per la prossima stagione cerca un lavoro part-time. «Intanto mi sono specializzata in tatuaggi, con un corso. Su di me ne ho 7, a Manolo ho impresso tre stelline».
«A chi lo paragono in campo?» si sorprende Melania, «fisicamente ricorda Ibrahimovic, ma nel gioco lo affiancherei a Ilaria Mauro, azzurra del Tavagnacco, molto fisica e veloce. Quanto a me, credo di aver qualcosa di Lavezzi, subisco molti falli, non sempre li fischiano e una volta sono stata espulsa per proteste». Melania svela anche le passioni sportive del fratello. «Il basket su tutto, poi segue ovviamente le big d'Europa. Da piccolo gli piaceva il Manchester United, quindi il Barcellona, ora il Bayern. Fra gli allenatori Mourinho».
Manolo, tra i cannonieri azzurrini, con 12 gol, ha davanti solo Gilardino (19) e Pirlo (16).
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