«Ai ragazzi non gli si deve ddì niente». Massimiliano Allegri lo ha ripetuto in conferenza stampa per scagionare la squadra. Ha perfettamente ragione. Ai ragazzi non si deve ddi niente ma a lui sì, eccome. Perché la sua Juventus al risparmio, la Juventus di don Abbondio, ha perso contro il Napoli come aveva pareggiato contro Spal e Crotone. Ma il gioco? Quale gioco? Semmai le giocate che sono un'altra cosa. Che significava pensare ai supplementari al Bernabeu? Se ne hai fatti tre al Real potresti farne quattro invece di metterti in garitta e aspettare la mezzora supplementare. Lo stesso era accaduto a Monaco di Baviera, grandissima prova ma negli ultimi minuti? Fuori Morata e dentro Mandzukic un peso morto invece di Zaza mina vagante.
E contro il Napoli? Che significa stravolgere la terza linea dopo l'infortunio di Chiellini e riportare in campo Lichsteiner che pensa al mondiale con la Svizzera? E perché fuori Dybala per far posto a Cuadrado che sarebbe stato utile, questo sì un atto coraggioso, come difensore per contenere Rui e Insigne? E perché Mandzukic costretto a fare i cross? Per chi? E perché Pjanic deve stare in zona difensiva e Matuidi a ridosso dell'attacco? Chi mette in azione Higuain o Dybala? Forse il bradipo Khedira? E' severamente vietato criticare Allegri che ha il medagliere pieno e, invece, si può dire che era antiquato il calcio di Trapattoni che con la Juventus ha vinto non tre ma sette scudetti.
Allegri o non Allegri, questo è il problema. Per i deboli di memoria ricordo che nel 2000 un gol di testa di Simeone, nella sfida diretta, tra Juventus e Lazio, significò il crollo dei bianconeri che avevano 9 punti di vantaggio. Ne riparliamo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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