Un derby dei debuttanti da record. Potenzialmente. Perché i diciotto acquisti tra Inter e Milan della scorsa estate (più il rossonero Jose Mauri mai entrato in campo nelle sfide della passata stagione) potrebbero teoricamente mettere in pericolo il record dell'annata 1997-98, quando il 22 novembre furono ben sedici a esordire nella stracittadina alla Scala del calcio. Allora gli interisti Simeone e Ronaldo fecero anche gol al primo tentativo. E allora c'era un esordiente anche in panchina, Gigi Simoni. Stavolta tocca a Luciano Spalletti e sempre sulla panchina nerazzurra. Ci sono analogie da corsi e ricorsi storici. Anche vent'anni fa l'Inter guardava dall'alto i cugini, addirittura dal primo posto con il Milan staccato di 11 punti. I nerazzurri sognavano lo scudetto, ma fu la stagione del famigerato rigore Iuliano-Ronaldo.
Ma quel derby da facce mai viste del secolo scorso potrebbe anche rimanere unico, perché domenica sera tra infortuni (Andrea Conti), portieri di riserva (Antonio Donnarumma e Padelli) e squalifiche (Calhanoglu), sono solo quindici i potenziali candidati a scrivere un altro capitolo nel libro degli esordi da ricordare in un Inter-Milan. Certo c'è il rischio di trovarsi di fronte due squadra che non hanno ancora nel dna l'importanza di questa sfida, talmente pochi sono gli elementi all'interno dei due gruppi che hanno una lunga esperienza da vantare. Per capirci c'è solo un giocatore per parte in doppia cifra di presenze: Handanovic con 10 tra i nerazzurri, Abate con 12 tra i rossoneri. Dietro loro Icardi si ferma a 8, mentre Bonaventura, Montolivo e Zapata tra i rossoneri ne contano 5.
Toccherà loro spiegare agli ultimi arrivati la posta in palio. E poi toccherà ai nuovi cercare di aggiungere il proprio nome nella lunga lista dei debutti da sogno. Come quelli storici di Ibrahimovic e Ronaldo, capaci di segnare alla prima sia su una sponda che sull'altra dei Navigli. Oppure di emulare Paolo Rossi nell'85 che nell'unico Inter-Milan giocato segnò una doppietta. Ma lui era già Pablito, non come Gianni Comandini, capace della stessa impresa, nel tennistico 6-0 rossonero del 2001, ma poi rimasto una meteora.
I candidati nerazzurri più autorevoli, nel senso di quasi sicuri di giocare, sono Borja Valero, Vecino, Skriniar e Dalbert (mentre Cancelo torna tra i convocati). E se vorranno sapere cosa si prova a far esplodere San Siro sarà meglio che chiedano a Candreva, due gol in due sfide giocate, piuttosto che a Icardi capace di fare centro solamente all'ottavo tentativo. Bomber, ma non proprio da derby. Nelle stanze di Milanello, invece, sabato sera non ci sarà molto da chiedere consigli se non a Suso che alla sua seconda stracittadina l'anno scorso fece una doppietta. Aveva promesso anche di «tornare a casa a piedi», talmente non ci credeva neppure lui. Ma quando c'è di mezzo la stracittadina meglio non sbilanciarsi troppo con le promesse, un altro consiglio che potrebbe dare lo spagnolo.
Un avviso alla numerosa truppa di rossoneri al battesimo personale. Un gol per Bonucci, che è anche un ex, significherebbe mettersi alle spalle un complicato inizio di stagione, mentre per Andrè Silva sarebbe l'ideale per rompere l'incantesimo in campionato. In ordine sparso da exploit anche i mediani Biglia e Kessie, gli esterni Rodriguez e Borini, il centrale Musacchio e anche Kalinic che sta facendo di tutto per esserci, lui che all'Inter ha già segnato a San Siro una tripletta con la Fiorentina.
Fare gol domenica sera per un nerazzurro significherebbe fare un passo importante per la grande Europa, per un rossonero
sarebbe fondamentale per rilanciare la corsa ai primi quattro posti. Non solo, magari si regalerebbe a chi arriverà dopo l'occasione per poter fare come Stam e Martins in gol al debutto addirittura in un derby Champions.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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