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Il fantasma di Schwazer sulla 50 km

Marcia epica per il caldo, vince Toth. Palmisano quarta nella 20 km

Sergio Arcobelli

Il buono, il brutto e il cattivo. Come un film di Sergio Leone, ma senza il cattivo rimasto a casa perché punito severamente con otto anni di squalifica, la 50km olimpica di marcia è allo stesso modo ricca di colpi di scena. Nel duello a distanza e nella battaglia corpo a corpo a vincere è lo slovacco Matej Toth, il buono, davanti all'australiano Jared Tallent, il brutto, colui che mal sopportava il ritorno del cattivo, quell'Alex Schwazer che gli arrivò davanti ai Giochi di Pechino e che non riuscì a battere a Roma lo scorso maggio («La percezione che si ha da fuori, è che abbia vinto ancora una volta uno che bara» twittò l'aussie al riguardo), proprio nel giorno del rientro alle gare dell'altoatesino. In tal senso, resta il rammarico di non aver visto all'opera Alex a Rio. A dispetto di Tallent, sempre durissimo nelle parole, di diversa opinione era stato Toth il buono: «Personalmente sono per la squalifica a vita in caso di doping, ma le regole sono queste e per me Schwazer sarà un avversario come tutti gli altri. Se sarò sconfitto non tirerò mai in ballo il passato».Ieri, invece, lo slovacco ha sconfitto tutti, in primis quel Tallent, che solo un mese fa ha ricevuto l'oro vinto alle Olimpiadi Londra perché sfilato dal collo del russo Kirdyapkin, sospeso per doping. E' stata una gara massacrante, incerta dal primo fino all'ultimo metro. Cinquanta chilometri contraddistinti dalla fuga da lontano del francese Johann Diniz, un altro che accolse malvolentieri il rientro alle competizioni di Schwazer. «Un giorno triste per la marcia - dichiarò allora il transalpino -. Il suo ritorno mi fa vomitare». Ma la fuga per la vittoria del francese, che ha toccato anche il minuto e quaranta di vantaggio sui primi inseguitori, lo slovacco Toth e il canadese Dunfee, non aveva fatto i conti con l'umidità e il caldo tremendo, anche d'estate, di Rio. Cavalcata in solitaria che si è conclusa ai 30 km, quando Diniz improvvisamente è costretto a fermarsi per problemi intestinali. Ripreso dal nordamericano Dunfee, che definì la vittoria di Schwazer a Roma una «disgrazia assoluta» e riassorbito poi dal gruppetto alle spalle, Diniz sembra quasi barcollare fino a svenire di colpo e crollare a terra dalla fatica. Il podio però è sfumato e diventa affare di Toth, che si impone in 3h40'58 davanti all'australiano Tallent, il «brutto» e al giapponese Arai che però poi viene squalificato per un contatto e lascia il bronzo a Dunfee che sviene dopo l'arrivo. Commovente anche l'arrivo del francese Diniz, stoico ottavo dopo aver perso i sensi a tre quinti di gara. Giornata assai complicata in casa Italia, con un solo azzurro all'arrivo, Marco De Luca, solo 21°. Per tutti gli atleti, comunque, la 50km di Rio verrà ricordata come una delle più drammatiche e allo stesso tempo avvincenti sfide nella storia dei Giochi Olimpici. Solo applausi. E appalusi anche alle donne che nella 20 km hanno visto il quarto posto di Antonella Palmisano che ha firmato il suo miglior tempo stagionale. L'oro è andato alla cinese Liu in 1h28'35", argento alla messicana Gonzalez, bronzo all'altra cinese Lu.

Undicesima l'altra azzurra per Elisa Rigaudo, squalificata Eleonora Giorgi che è alla terza squalifica consecutiva.

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