L'etichetta di uno yogurt con scadenza imminente Andrè Schubert se l'è scucita di dosso dopo pochi giorni dalla nomina. Non ha avuto bisogno di sperimentare strane alchimie per rigenerare il moribondo Gladbach dopo le dimissioni dello svizzero Favre, e neppure di attendere l'arrivo di qualche collega griffato (si era persino parlato di Jurgen Klopp). Oggi il Borussia anti-Juve gira a mille: ha guadagnato posizioni in Bundesliga e cerca il rilancio in Champions. Merito di un estemporaneo direttore d'orchestra, per via del cognome illustre, che un anno fa di questi tempi era in procinto di dirigere un gruppo di guardie giurate. Con il pallone non portava a casa la pagnotta il 46enne professore di educazione fisica, da qui l'idea di guidare un manipolo di addetti alla sicurezza di un istituto di credito a Kassel, la sua città natale. La telefonata del Borussia, che gli offriva un incarico da vice-Favre poche ore prima di una scelta professionale drastica, ha riportato la sua esistenza sui binari dello sport. «Avrei fatto un buon lavoro anche come guardia giurata, ho il fisico che incute timore», spiega sorridendo anche per esorcizzare i chili di troppo.
Nel calcio Schubert dice di ispirarsi al compianto Hennes Weisweiler, guru del Borussia degli anni d'oro (tre scudetti con Netzer, Vogts ed Heynckes a deliziare le platee). «Come lui parlo molto ai ragazzi. L'aspetto umano non va trascurato. I calciatori sono uomini. Non tessere di un mosaico».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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