Febbre a 40 per l'Italsci, Brignone e Paris due podi da record: è una stagione storica

Sotto accusa gli allenatori e la psiche degli atleti, anche di quelli che in questo finale di stagione stanno raccogliendo podi a ripetizione

Febbre a 40 per l'Italsci, Brignone e Paris due podi da record: è una stagione storica

Quaranta podi in 70 gare. Primo posto nella classifica per nazioni femminile, secondo in quella maschile e in quella generale dietro solo all'Austria, che ha un budget dieci volte più alto. Non è ancora finita perché mancano quattro gare più la sfida a squadre (oggi alle 17.30), ma il bilancio dell'Italia in questa stagione che sta per finire sulle nevi di Aspen è già nella storia. Ieri ad arricchire il bottino e compiere il sorpasso sul record precedente di 38 podi ci hanno pensato Federica Brignone, terza dietro a Weirather e Stuhec, e Dominik Paris, secondo dietro ad Hannes Reichelt. Si correva in superG su una pista molto tecnica, con curve da condurre ad alta velocità, dossi complicati, neve difficile da interpretare. E se Federica ha deliziato con la sua leggerezza e la sua capacità di condurre gli sci sempre sugli spigoli, Domme ha entusiasmato con la sua potenza abbinata alla precisione in curva. È un bello spettacolo vedere all'opera donne e uomini sulla stessa pista (e un tracciato molto simile), fa capire che su pendii ripidi (quello di Aspen lo è!) la tecnica conta più del fisico e che le donne non sono così lontane dai colleghi maschi.

Tornando al record di podi, fa effetto che arrivi in una stagione che per quindici giorni, lo scorso febbraio, ha visto le squadre italiane prese pesantemente di mira dai media, delusi dai risultati dei Mondiali, dove in dieci gare è arrivata solo una medaglia, il bronzo in gigante di Sofia Goggia. Sotto accusa gli allenatori e la psiche degli atleti, anche di quelli che in questo finale di stagione stanno raccogliendo podi a ripetizione (vedi Paris e Brignone, già saliti su podi mondiali in passato e «solo» quarti a St. Moritz), senza mai tenere conto che lo sci è uno sport in cui le variabili sono decisive e basta una mezza curva fatta male o una nuvola di passaggio per compromettere la gara.

È innegabile, il passaggio a vuoto mondiale c'è stato, anche per mancanza di fortuna (non parliamo di sfortuna, gli atleti non credono esista!), ma per il resto la stagione dello sci italiano è stata impeccabile dalla prima all'ultima gara, i 40 podi conquistati in tutte le specialità parlano chiaro e il fatto che siano stati ottenuti da 11 atleti diversi

li rendono ancora più preziosi. Forse qualche vittoria in più ci sarebbe stata bene (nel 96/97 furono 14, quest'inverno 8), ma da qui a domenica chissà, la pista di Aspen è ripida e perfetta per noi altro che St. Moritz!

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