Ha fatto uno shampoo a tutte. Essendo ormai esperta in materia: però più di ori che di shampoo. Berlino ha scoperto che Federica non è Franziska ma potrebbe essere meglio. Franziska Van Almsick è una bella ragazzona tedesca oggi 36enne, l'idolo di Federica che da bambina la guardava con gli occhioni grandi, campionessa piena di talento, estrosità e pedigree medagliato. Federica è una bella italiana, che i francesi definiscono l'ultima diva, noi italiani siamo più diretti con Divina, imperdibile regina del nuoto, meravigliosa cacciatrice di ori e allori che non si arrende mai. In sintesi campionessa di tutti. Rieccola sul podio europeo dei 200 stile libero, la gara del cuore e della sua tranquillità: ancora d'oro, terza volta consecutiva come, appunto, non era riuscito nemmeno a Franziska. Franziska agli europei 2002, sempre a Berlino, casa sua, fece l'abbuffata di 5 ori. Federica ieri ha replicato l'oro della staffetta che fu spettacolo puro, ad alto potenziale esplosivo.
La finale dei 200sl, che le appartiene come un dolce pelouche da cui mai staccarsi, è stata spettacolo visto e rivisto, una replica che non ingiallisce, goduria per i suoi allenatori, iniezione di tranquillità per chi crede che lo sport ti restituisca quello che gli regali: fatica, sopportazione, dolore, ore di allenamento. Detto anche da lei: «Terzo oro consecutivo? Conferma tutti i miei sacrifici. Questo oro è una meraviglia». Meraviglia come chi lo porta al collo.
Federica è quella che ha sempre fame: lo dice lei, lo dimostra in vasca. Cuffia d'argento in acqua, oro nella testa, si è trovata appena dietro l'infaticabile ungherese Katinka Hosszu (finita poi a 68 centesimi) e l'olandese Femke Heemkserk nella prima vasca, ha scalato le posizioni (terza) nella seconda, ha messo il pilota automatico nella terza, quella del sorpasso, e ha tenuto la posizione facendole tutte lentamente affogare nella quarta (1'5601 il tempo). Tutto così semplice da non sembrare vero, se non ci fosse il sorriso (sempre così nascosto) di Philippe Lucas a incorniciare l'impresa.
Per Federica è l'undicesima medaglia europea, la terza in questo campionato che oggi concluderà andando a caccia di risposte nei 400sl, la gara che fatica a digerire, se non ci fosse il tecnico francese ad imporgliela. «Oh sì, come sono contenta di farla», ha raccontato lei con un sorrisino ammiccante sul grado (scarso) di soddisfazione nel doversi ributtare in acqua. Ma volete mettere il piacere di essere sempre sul podio dei 200sl? Stavolta ha cantato l'inno da sola, senza compagne di staffetta: era un po' imbarazzata, mentre svolazzavano mani plaudenti e tricolori. Fede sperava di essere premiata dalla Van Almsick. «E mi ha fatto piacere vincere questo terzo oro consecutivo proprio a casa di Franziska, il mio idolo». Invece le è toccato Paolo Barelli, presidente europeo e federale, con il quale non sempre tutto è filato liscio. Magari Fede avrà ricevuto una telefonata dal presidente del Coni, Malagò, che fino a ieri pomeriggio non aveva sollevato il telefono per complimentarsi con questa compagnia da 21 medaglie in 10 giorni. Gaffe fatta notare dal sito federale. Magari Malagò avrà perso i numeri di cellulare. Invece Renzi non ha perso tempo ed ha sintetizzato il messaggio a Barelli: «Siete un esempio per il Paese». Qualcuno ha perso la corsa ai complimenti.
I numeri azzurri dicono che l'Italia del nuoto naviga con regine e reginette. Ieri è toccato a Martina Caramignoli, reatina classe 1991, allenata dal Moro-Morini, lo stesso tecnico di Detti e Paltrinieri, illustrare ancora una volta la dimensione del nuoto di fondo azzurro.
Bronzo nei 1500sl, dopo aver condotto in testa l'inizio di gara eppoi aver ceduto lentamente, ma inesorabilmente, ad atlete più forti: la spagnola Belmonte Garcia e l'ungherese Kapas. Martina si è ugualmente goduta la medaglia: qualche lacrima, una dedica alla nonna. Tutto nell' italian style molto femminile: come le medaglie che arrivano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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