L'ultimo tuffo è a bomba. Altro che stile o dorso, pancia in giù o pancia in su. Federica Pellegrini in vacanza twitta la sua rabbia per l'assegnazione dei contributi speciali per i mondiali di Roma 2009 da parte della Federazione. «Questo è quello che ho guadagnato vincendo 2 mondiali con 3 record del mondo in una sola edizione!! fate voi!!!» il tweet della nuotatrice che innesca polemiche. Il popolo del web si divide tra scandalizzati e detrattori. Fede precisa: «Non sono arrabbiata per i soldi, ma per la differenza di trattamento!!!». Ci mancherebbe altro per una accreditata di un gettito da sponsor di circa due milioni di euro. Invece il riferimento indiretto è ad Alessia Filippi, oro nei 1500 e bronzo negli 800, per la quale la Federnuoto ha riconosciuto ventimila euro.
Il cinguettio della Pellegrini si rivela fuorviante, probabilmente era più appropriato parlare di valore e non di guadagno. E la conferma arriva dal comunicato federale in cui si precisa che gli atleti hanno già ricevuto i premi e che questi sono i soldi riconosciuti alle società come contributi di Alto Livello. Insomma sarebbero elargiti per le spese sostenute per gli allenamenti degli atleti tesserati. Mentre il compenso per ogni medaglia è fissato a quota 1.500 per chi nuota nei centri federali (da qui i 3mila per la Pellegrini), per chi lo fa in altre strutture la cifra cambia tenendo conto dei costi organizzativi, tecnici e sanitari. E da qui il calcolo dei ventimila euro da versare alla società della Filippi. Che però era seguita da un tecnico federale, Cesare Butini, e nuotava anche all'Acquacetosa, struttura del Coni. La Fin, inoltre, elenca anche i premi pattuiti per Barcellona 2013: ad esempio l'oro viene pagato 35mila euro. Arrotondando per difetto la Divina per Roma avrebbe già ricevuto almeno 60mila euro.
A questo punto la questione si sposta da un livello puramente economico. La Filippi allora era tesserata per l'Aurelia, società fondata e presieduta dall'attuale presidente federale, Paolo Barelli, fino al 1998, hanno fatto notare i più maliziosi, sottolineando come sia tra i club più remunerati. L'ex nuotatrice ha anche un contenzioso aperto per spettanze mai ricevute. La Pellegrini invece è la stella dell'Aniene, di cui l'attuale numero uno del Coni Malagò è presidente dal 1997. Dunque Barelli e Malagò, non proprio i migliori amici dello sport italiano e ai più viene facile mettere il loro rapporto a fare indirettamente da sfondo alla polemica.
Si deve poi aggiungere che i rapporti tra Federazione e Pellegrini non sono idilliaci e nell'ultimo anno non sono mancati i contrasti: dal «ci siamo rotti le scatole» di Barelli sul ritorno di Fede con Lucas alle accuse di abbandono da parte di Federica fino all'eloquente messaggio «Voglio solo divertirmi, non mi porto più il peso della nazionale sulle spalle», dopo la semifinale dei 200 stile ai mondiali di Barcellona.
E così ogni occasione è buona per frecciate e polemiche. Di sicuro non è il momento migliore della gestione Barelli, alla guida da tredici anni della federazione più ricca (dopo il calcio) dello sport italiano, al quarto mandato e appena rieletto fino al 2016 con una maggioranza bulgara. E se per la Pellegrini la questione può essere ridotta a un tweet fuorviante per un vocabolo errato, per Barelli potrebbe non essere così.
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