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Malattia del Congo, primi test: "80% dei campioni positivi a malaria"
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La Federnuoto esempio per tutti gli altri sport

Ci sono presidenti che non vanno ai Mondiali però hanno vinto gli Europei per cui perdoniamoli ma riflettiamoci un po' su

La Federnuoto esempio per tutti gli altri sport

Ci sono presidenti che non vanno ai Mondiali però hanno vinto gli Europei per cui perdoniamoli ma riflettiamoci un po' su. Ci sono neo presidenti che scelgono il momento sbagliato per rispedire a casa a metà evento un ottimo ct reo non si sa di che cosa reo. Ci sono presidenti che hanno una fortuna sfacciata e appena insediati si ritrovano per le mani l'uomo più veloce del mondo, la staffetta più veloce del mondo e il ragazzo che salta sopra il mondo. Il tutto con buona pace di chi li ha preceduti fino a una manciata di mesi prima e che per anni era stato preso a insulti e sberleffi mentre seminava per far ripartire il suo sport proprio per mettere in condizione l'uomo più veloce del mondo di sbocciare e con lui la staffetta e con lui il saltatore e con loro nuovi campioni. C'è poi altro tipo di presidente, certamente da parecchio al comando, sesto mandato, capace in questi oltre vent'anni di trasformare il movimento acquatico in una fabbrica di medaglie in grado di reggere anche in tempi complicati come questi. Paolo Barelli, ora sotto i riflettori per altri motivi come capo gruppo di Forza Italia, è soprattutto l'ex atleta olimpico del nuoto che dal 1987 come vice e dal 2000 come presidente ha di fatto rifondato il nostro nuoto. I 5 ori, 2 argenti e 2 bronzi, record di medaglie e di metallo pregiato per l'Italia ai Mondiali, parlano per lui così come medaglie e successi precedenti di Rosolino, Fioravanti, Filippi, Pellegrini, Magnini, Paltrinieri, Detti, Quadarella, Pilato, Miressi, Ceccon, Martinenghi e avanti così perché il nostro nuoto non si ferma. Questione di tecnici scelti, di centri federali ben distribuiti sul territorio, di risorse mai fatte mancare, di un'attività meravigliosa di recruiting che arriva fin alle più piccole piscine. Questo benché lo sport più penalizzato negli anni della pandemia e, adesso, dai costi del riscaldamento, sia il nuoto.

Perché l'acqua calda costa e perché «purtroppo le istituzioni sono state a lungo insensibili ai problemi che vivono le società e i gestori delle piscine, molte piscine hanno chiuso e altri gestori sono in profonda perdita e ora si sono aggiunti i rincari energetici e i problemi legati alla siccità...» ha ricordato ancora ieri Barelli. Eppure eccoli là i suoi ragazzi e ragazze, a regalarci vittorie e orgoglio nonostante tutto.

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