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"Ferrari grave. E la mia Minardi fa pari a Monza"

La scuderia di Faenza dopo l'era Schumi vanta gli stessi successi al Gp d'Italia della Rossa: due

"Ferrari grave. E la mia Minardi fa pari a Monza"

Non capita tutti i giorni di vincere. Ma quando il team di Faenza arriva a Monza, state certi che qualcosa di magico può sempre accadere. Lo dice la storia della scuderia nata Minardi, poi diventata Toro Rosso e ora Alpha Tauri: qui ha conquistato gli unici due successi in F1 (Vettel 2008-l'altroieri Gasly). Che poi, curiosamente, sono gli stessi ottenuti dalla Ferrari da queste parti nell'era post-Schumacher: Alonso (2010) e Leclerc (2019). Incredibile, ma vero.

Era il 1979 quando Giancarlo Minardi fondò l'omonima scuderia che debuttò nel campionato di F.1 nel 1985, acquistata poi dalla Red Bull nel 2005. Ma senza perdere la sua matrice italiana: infatti, l'attuale Alpha Tauri è un vero e proprio fiore all'occhiello dell'Emilia-Romagna, con all'incirca 500 dipendenti, di cui la metà italiani. Immaginate cosa possa significare per l'azienda di Faenza vincere il Gran Premio d'Italia. Immaginate poi la gioia dell'ex patron ora 72enne: «È un motivo d'orgoglio, per me che sono il fondatore confessa Minardi -. Ma i meriti vanno attribuiti a Toro Rosso e Alpha Tauri che, in questi anni, con il supporto di Red Bull e di Mateschitz, hanno saputo costruire un team che sta già facendo molto bene, al di là dalla vittoria di Gasly». Quest'ultimo, poi, dopo la retrocessione in Toro Rosso è rinato; al contrario di Sebastian Vettel, che ha ottenuto il suo primo successo della carriera proprio a Monza e proprio in Toro Rosso ma ormai l'ombra del campione che è stato. «Vettel - commenta Minardi -, vive un momento della sua carriera in cui solo lui può dare delle risposte a se stesso come pilota. Gasly, invece, è stato bravo a lasciarsi alle spalle la bocciatura prematura dell'anno scorso, altri avrebbero mollato di testa. Ed invece ha dimostrato di avere carattere: è un pilota con la p maiuscola, lo inserisco tra gli ipotetici campioni del futuro. Qui a Faenza ha ritrovato la serenità, tipica del dna della Minardi, dove abbiamo lanciato diversi giovani piloti (come Alonso, ndr)».

Nel giorno della festa a Faenza, c'è un team che sta attraversando una fase storica disastrosa: la Ferrari. «Non ho la cura, se l'avessi avrei già chiamato Maranello Un consiglio? Bisogna sedersi a un tavolo e trovare le negatività che hanno portato la Ferrari a fare questo passo indietro preoccupante. È incredibile che la Ferrari, con i suoi uomini, non riesca non dico a combattere con la Mercedes, che in questo momento è di un altro pianeta, ma almeno essere la seconda forza del campionato». Infine, Monza è stata l'ultima gara della Williams. «La fine di un'era. La fine della Formula 1 come era nata: non ci sono più i proprietari, ora sono tutti manager. Se ne va l'ultimo baluardo, sir Frank Williams. Lo sappiamo tutti che i manager oggi ci sono e domani non ci sono.

Non c'è più lo spirito che ho vissuto io, ma questo può essere il nostalgico sfogo di un vecchietto che ha vissuto un'altra era della F1».

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