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La Ferrari spreca ancora, pasticcia con la strategia ed Hamilton ringrazia

Partita in prima fila per la penalità a Verstappen, per la terza volta di fila non monetizza. Bottas 3°

La Ferrari spreca ancora, pasticcia con la strategia ed Hamilton ringrazia

Montezuma e la sua maledizione non centrano. La Ferrari ha fatto tutto da sola. Partita davanti, ha concluso dietro. Battuta nella strategia, battuta nella gestione delle gomme. Colorare di rosso la prima fila e poi restare senza lo champagne del vincitore è un po' come comprare un televisore in Autogrill e poi scoprire che nello scatolone ci sono solo dei mattoni. Quando torni a casa ti senti un bischero. Chissà che cosa penseranno i ferraristi mentre viaggeranno verso Austin dove già domenica si correrà il Gp degli Stati Uniti, quello in cui Hamilton si prenderà il sesto Mondiale. In Messico si è preso solo la vittoria. Lo ha fatto a modo suo, interpretando magistralmente la strategia scelta dalla Mercedes con una sosta sola, anticipata di 14 giri rispetto a Vettel, mentre Leclerc (come Bottas) è andato addirittura su due stop ritrovandosi poi fuori dal podio.

Un'altra occasione gettata, la terza di fila da quando la Ferrari aveva raddrizzato la stagione nata male. Eppure al via le Rosse erano schizzate davanti a tutti con Leclerc perfetto e Vettel cattivo al punto giusto nel mettersi dietro al compagno e tagliare fuori Hamilton finito poi a toccarsi con Max Verstappen. Hamilton era 5° alla fine del primo giro, Max ancora più indietro e poi, dopo essersi procurato una foratura nel sorpasso a Bottas, addirittura in fondo (straordinaria quindi la sua rimonta che lo ha portato al sesto posto).

Hamilton dopo i due mini incidenti al via è stato perfetto. Ha gestito magistralmente le gomme bianche montate al 23° giro. Ha percorso 48 giri con le stesse gomme senza perdere mai il ritmo vincente e tenendo Vettel sempre lontano, mai con un possibile sorpasso nel mirino. Non ha ancora vinto il campionato, ma è lui stesso a preferire rimandare il festeggiamento negli Usa. Qui gli bastava vincere la gara per dedicare il successo, il centesimo della Mercedes, al suo ingegnere di pista rimasto a casa per dei controlli medici.

La Ferrari non è riuscita a trasformare in vittoria la pole arrivata a tavolino per la retrocessione di Max. Dovrà interrogarsi sul perché. È mancata un po' sul passo gara con le Pirelli bianche. È mancata completamente nelle strategie ritardando molto quella dei Vettel e richiamandolo ai box dopo che aveva perso più di 4 secondi nel traffico dietro a Sainz e compagnia. Ancora peggiore la scelta fatta con Leclerc, chiamato addirittura ad un doppio pit con Leclerc (che ha perso anche 3 ai box) in un giorno in cui il degrado delle gomme è praticamente scomparso permettendo a Lewis di gestire le gomme perfettamente. E dire che aveva avuto i suoi dubbi, aveva cominciato a lamentarsi via radio, a vedere i soliti fantasmi Alla fine ha vinto da dominatore. «È stata una faticaccia», ha commentato prima di salire su uno dei podi più hollywoodiani della stagione.

Alla Ferrari resta il rammarico dell'occasione perduta.

Peggio è andata solo a Verstappen, senza la sciocchezza che gli è costata la pole, probabilmente nel cielo del Messico con la sua Red Bull ci sarebbe finito lui.

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