Fifa, la prima volta del protocollo anti razzismo

L'arbitro incrocia le braccia dopo l'insulto di Cabral a Rudiger: "Cagon de m..."

Fifa, la prima volta del protocollo anti razzismo
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Gustavo Cabral è il capitano della squadra messicana Pachuca che ha incontrato il Real Madrid nel mondiale per club. Nei minuti finali della partita, vinta dagli spagnoli, l'argentino Cabral si è scontrato nella propria area di rigore con Rudiger, il tedesco del Real ha chiesto all'arbitro di fischiare il rigore, Cabral, quando Rudiger era ancora a terra, lo ha sfidato a rialzarsi, secondo il tedesco l'avversario lo avrebbe insultato con parole razziste, "cagon de mierda", Rudiger ha riferito l'offesa all'arbitro brasiliano Ramòn Abatti Abel il quale, applicando il nuovo protocollo Fifa, "No racism gesture", ha alzato le braccia poi incrociandole come segnale di insulto razzista avvertito in campo. Il protocollo prevede tre fasi, l'arbitro può sospendere la partita, l'altoparlante annuncia i motivi dell'interruzione, infine le squadre sono invitate a rientrare negli spogliatoi. La lite fra i due calciatori è proseguita, Fifa ha aperto un'inchiesta, ascolterà le parti e le rispettive versioni, Cabral ha confermato di avere pronunciato quelle parole spiegando che si tratta di un'espressione tipica nel linguaggio argentino. Potrei ricordare il "cagon" urlato da Carlos Tevez a Max Allegri che lo aveva sostituito all'86' nella semifinale di champions league contro il Real Madrid. Non ci furono inchieste e nemmeno denunce di Allegri verso l'argentino, cagòn sta per fifone, codardo, cagasotto, nel caso del mondiale per club l'aggiunta "de mierda" rientra nel dialogo elegante degli attori in campo.

Rudiger fu già oggetto di un insulto volgare ai tempi in cui giocava nella Roma, al termine di un derby il bosniaco Lulic, ai microfoni di Sky sport, disse: "Rudiger due anni fa, a Stoccarda, vendeva calzini e cinture, è un ragazzo maleducato", il giudice sportivo squalificò Lulic per 20 giorni.

Sul tema cagon-codardo, c'è una dolce canzone messicana, scritta e recitata con passione malinconica dalla poetessa Maria San Felipe, autrice di oltre duecento testi, narra di un amore non più corrisposto da chi non ha più coraggio ed è fuggito alle proprie responsabilità. Titolo: Cobarde de mierda.

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