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Un finto thriller su Wiggins per ravvivare il Giro british

Sono bastati 17” di distacco nella confusione di Serra San Bruno per montare ipotesi sul Baronetto in crisi. Ma sabato si scatenerà

Un finto thriller su Wiggins per ravvivare il Giro british

dal nostro inviato a Matera

Sorry: giuro che non parlerò più di riscossa made in Italy nel Giro very british. E' bastata una lieve tracotanza dopo la grande partenza delle prime tappe ed ecco subito la conferma di Matera: tre stranieri ai primi tre posti. E poco importa che una caduta all'ultimo chilometro, sull'asfalto reso saponetta dal nubifragio, renda il risultato un po' anomalo. Il risultato è risultato: vince Degenkolp, bravo a restare in piedi e bravissimo a rimontare negli ultimi metri il nostro ragazzino Canola. Secondo Vicioso, terzo Martens. E l'Italia? Premio di consolazione niente affatto trascurabile: grazie a Paolini, ci teniamo la maglia rosa (mi scuso per la definizione un po' antica, ma anche gli inglesi la chiamano maglia rosa), rischiando seriamente di tenerla fino a sabato. Touching iron, toccando ferro.

Dopodichè, meglio mettersi il cuore in pace: passerà a Sir Bradley Wiggins, il vero ispiratore di questo Giro british, nella forma e nella sostanza. Quel giorno, con 56 chilometri a cronometro da Gabicce a Saltara, tutto sarà molto più chiaro: soprattutto, sarà spiegato il perché di tutta questa british-mania. Una cronometro del genere messa in mano a un tipo come Wiggins, che di cronometro si ciba, è un pollaio affidato alla faina. Lì il Giro comincerà sul serio. La tremenda sensazione è che lì potrebbe pure finire.

Nell'attesa di verificare in minuti quanto e quale Wiggins è presente al Giro, certi commentatori patrioti cercano di illudersi sulla sua vulnerabilità. Se la raccontano molto suggestiva. In sostanza, i 17'' persi dal Baronetto nel caotico e rischioso finale a Serra San Bruno non sono solo 17'': sono un chiaro segnale di crisi. Lo vedono scuro in volto, lo vedono confuso, lo vedono addirittura al centro di una congiura colombiana. I traditori, così definiti, sono Henao e Uran, che proprio a Serra San Bruno se lo perdono per strada e vanno a sprintare per la tappa. Più o meno, uno sfacelo in casa Sky, il dream team del grande favorito.

Tutto ci può stare. Ci può stare questa versione arsenico e vecchi merletti dentro la più potente, più organizzata, più ricca squadra al mondo. E' pur vero che i due colombiani sono in scadenza di contratto e potrebbero tramutarsi in amabili figli di androcchia (androcchia's sons) per cercarsi nuovi contratti. Ma sinceramente gli elementi su cui poggia il giallo del complotto, al momento, appaiono un po' debolini. My God (mio Dio), stiamo parlando di 17'' in un finale caotico. Non è una prova. E come indizio è pallidissimo.

Per la cronaca, devo comunque riferire che all'indomani (day after) della tremenda guerra civile il suddetto Wiggins si presenta al bagno di folla (people bathroom) di Cosenza terribilmente rilassato. Se recita, ridicolizza John Wayne. Parla tranquillamente ai giornalisti, spiegando che la leggera perdita di 17'' non è una cosa da festeggiare, ma nemmeno una tragedia. «Not perfect, but just a little mistake»: non una situazione perfetta, ma solo un piccolo equivoco. Poi, a dimostrazione del suo stato di tensione, corre verso le transenne per fare felici i tifosi acclamanti, posando per foto ricordo con giovinastri e massaie, stringendo mani come Obama alle convention (convention).

Che dire: per essere un tizio sull'orlo di una crisi di nervi, sembra un Baronetto.

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