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Fiorentina, un relitto ormai alla deriva trasformato in tragedia shakespeariana

Delusione, rabbia, lo spettro della B, minacce e spogliatoio in fiamme

Fiorentina, un relitto ormai alla deriva trasformato in tragedia shakespeariana
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La Fiorentina non è ultima in Serie A: è ultimissima. Un relitto alla deriva in un mare di delusioni e rabbia. Quattordici giornate, sei miserabili punti, differenza reti -13, altra batosta col Sassuolo e uno spogliatoio in fiamme. Non è un film di Zeffirelli, ma una tragedia shakespeariana vera, dove ogni passaggio sbagliato è un pugnale, ogni gol subito una stilettata.

Il tecnico Vanoli ammette che si gioca con la paura, col terrore anzi e sa che nessuno si è salvato dalla B con zero vittorie a dicembre inoltrato. Lui ci è già finito in cadetteria da giocatore, per giunta, proprio con i gigliati. Il Verona, penultimo, è un rivale tosto, perché lotta, sgomita e abbatte l'Atalanta con tre gol. La Viola, invece, incarna l'abisso del barile. I milioni investiti da Commisso? Buttati. "Abbiamo toccato il fondo", bisbigliano gli ultras al bar sport sotto il David. Ma è un eufemismo: il fondo è stato bucato, trivellato da scelte dirigenziali prese dopo notti di febbre alta. Ricordate l'estate? Mister Pioli in panca, conferenze stampa cariche di entusiasmo, maglie nuove, proclami.

Al Franchi e in trasferta i fischi piovono copiosi, e anche i ragazzini tacciono e quando persino loro smettono di credere, significa che è davvero notte fonda. Come se non bastasse, al disastro sportivo, si aggiungono gli ultrà da tastiera i quali si sono superati arrivando a minacciare via social mogli e figliolette dei calciatori, gesto criminale che non passerà, speriamo, impunito. Eppure, in questa storia senza eroi, il colpo di scena potrebbe ancora arrivare. Gennaio è dietro l'angolo: un ds (?) con la bacchetta magica, un attaccante che segna, un centrocampo decente, un allenatore che riaccenda la luce. O forse no. Forse la retrocessione è già scritta nei titoli di coda, un finale amaro che nessuno a Firenze vuole immaginare.

La Fiorentina ultima non è solo una posizione in classifica, è un monito, un'ombra lunga sul calcio italiano. Per i tifosi resta solo quel viola che non sbiadisce mai, anche quando tutto il resto crolla.

Stasera la città piange lacrime invisibili sotto i lampioni di lungarno, mentre il campanile di Giotto osserva muto. Primo tempo finito o titoli di coda? Ai posteri, e al mercato o miracolo di riparazione, l'ardua sentenza.

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