Vittoria in trasferta dopo 104 giorni, gol di Palacio dopo 54, seconda consecutiva con tre punti, vantaggio negli scontri diretti con la Fiorentina in chiave Europa, e Thohir che benedice da lontano: «Ci tengo a ringraziare tutti i giocatori e l'allenatore - ha dettato il presidente-. Ora andiamo avanti così, da squadra, uniti, nei momenti buoni come in quelli meno buoni. Grazie ad Hernanes abbiamo più opzioni a livello offensivo, Icardi killer, con Palacio ha dimostrato quanto può essere pericoloso, onore a Samuel nostro guerriero». E Walter Mazzarri ha ammesso addirittura che questa Inter inizia a piacere anche a lui: «Con un calcio di livello e qualità». Un 2-1 a Firenze e il rancio si trasforma in ottimo e abbondante.
Onestamente ci è parsa la stessa Inter, solo meno sfortunata, o più fortunata, con il palo di Palacio finito in seconda pagina perché fa più notizia la rete in offside di Icardi. Eccessive le critiche, fuori luogo gli elogi, di vero c'è solo la crescita di tutto il movimento, lenta ma palpabile, il quinto posto chiesto da Erick Thohir è qualcosa di possibile, e lo era anche prima di Firenze. Solo forzando si possono mettere sull'identico piano le rose delle immediate inseguitrici. Mazzarri sta cercando anche lui di capirci qualcosa di più. È uno che fa cose buone e meno buone, magari rigido nel caso Ranocchia, regolarmente nel frullatore della critica ogni volta che è stato impiegato. L'argomento è spinoso e delicatissimo per la tifoseria perchè si parla di un suo passaggio alla Juventus e questo in società è a tutti molto chiaro. Piero Ausilio, il ds, ha detto che non è da escludere che rimanga, ci sarebbero i margini per una sua conferma che al momento appare lontanissima dopo il litigio con il tecnico e il rifiuto al rinnovo. Con Guarin caso rientrato, forse. Con Kovacic questione aperta: «Un ragazzo senza un'esperienza specifica - ha commentato Mazzarri -, che si è voluto troppo responsabilizzare rischiando di bruciarlo».
E neppure Mazzarri è diventato improvvisamente più bravo dopo Firenze, basta seguirlo. Sui giovani ha le sue idee, vedi Kovacic, e quando dice che ha come un fastidio dentro a dover cambiare una formazione che la domenica prima ha vinto, dice il vero, a Firenze la stessa di San Siro con il Sassuolo. Come Icardi, improvvisamente bomber sincero. Dimenticato che durante questo mercato era circolato il suo nome come contropartita per arrivare a Hernanes, dimenticati i tweet con le sue storie pruriginose che onestamente hanno devastato in abbondanza e ieri hanno avuto un seguito: «Non avete più niente da dire?». Frase accompagnata dalla foto della sua esultanza polemica dopo la rete. Come se tre gol in 254 minuti di campionato fossero un evento omerico. Questa Inter è ancora frutto di circostanze, a Firenze Matri ha avuto la palla del 2-2 al terzo di recupero, allo Juventus stadium Palacio ha fallito tanta roba e negli ultimi dieci minuti i campioni d'Italia si sono dovuti dare una bella sveglia. La stessa Inter che soffre con il Catania a San Siro e strappa un pari.
A dispetto di quanto gira, Erick Thohir, il più sprovveduto degli sprovveduti, sembra l'unico che sta capendo. Tutti addosso perchè perfino Ernesto Pellegrini quando è arrivato ha comprato Karl Heinz Rummenigge, lui invece pensa a risanare i bilanci, voragine da 200 milioni. Ha scelto il manager Nicola Volpi come consulente personale sulle questioni finanziarie, Michael Williamson, attuale direttore dei DC United, per le strategie societarie, sta cercando un profilo dedicato in materia di diritti tv, rapporti con i media e valorizzazione del brand.
Con la famiglia Bakrie pronta a subentrare nel capitale a elezioni vinte. Questo è il suo cartello, tutti gli altri, giocatori, tecnico e attuali dirigenti, si dovranno presentare alla resa dei conti di giugno. L'Inter dopo il 2-1 di Firenze non è rinata, sta crescendo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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