Troppi fischi, dicono preoccupati all'Inter. Troppa pioggia, si è invece lamentato Mazzarri al quale, da piccolo, devono aver insegnato il detto: piove, governo ladro. Probabilmente avrà pensato che si tratti di un detto multiuso. I silenzi, e il malumore latente per evidenti ragioni, di Thohir contrastano con gli strafalcioni oratori del tecnico, che non fanno gran piacere alla società. Come non ci fossero abbastanza guai: risultati e classifica, oltre a bilanci e controlli Uefa. Eppure, detta da qualcun altro, la battuta sarebbe stata accettata: magari Mourinho sarebbe passato per genio. Per lui, invece, è stato un diluvio di battute e cattiverie sul web. Un'idea per tutti che riassume lo stato d'animo: «È da più di un anno che sta piovendo con te in panchina». Poi si passa dall'ironia ai fatti: #Mazzarri vattene l'hashtag più usato e abusato. Il tecnico è diventato un tiro a segno mediatico e Thohir non intende negare il bersaglio ai suoi tifosi. Come dire: divertitevi con quel che potete. Perché, per ora, la panchina resta a lui. Ma il problema si sta facendo pesante. La squadra gioca in un clima troppo ostile e lo spogliatoio si sta innervosendo, i tifosi non sopportano a pelle il tecnico, c'è il rischio di danneggiare risultati e stagione: per ora i punti rasentano le peggiori annate. Anche se Allegri l'anno scorso, sull'altra sponda milanese, stava peggio (12 punti).
E la squadra è già tanto fragile. Lo provano gli svarioni sul campo, gli errori che si ripetono con troppa frequenza, le balordaggini difensive: basta un minimo soffio in area per mandare tutti gambe a terra e subire gol. Sì, insomma, l'uomo degli alibi è diventato un buon alibi anche per i tifosi. Forza della nemesi. Ma non c'è altro da dare in pasto al branco. Ieri Thohir è rimasto a Milano, ha incassato la notizia del deferimento della procura federale contro Massimo Ferrero, il presidente Samp, la difesa di Briatore («Scandaloso che lo attacchino») ed ha onorato un incontro con Moratti: un'oretta insieme al Clubino per smussare altri angoli (i nuovi ingressi nel Cda al posto del figlio dell'ex presidente e del fido Ghelfi), parlare dell'incontro Uefa a Nyon e chiedergli consiglio sulla gestione tecnica.
Thohir vorrebbe che il petroliere si sentisse ancora coinvolto e lo ha invitato a rimettere piede ad Appiano per risollevare atmosfera e magari qualche animo. Non certo quello del tecnico, che si è sentito licenziato in diretta da Moratti meno di un mese fa. Il vecchio patron avrebbe già fatto piazza pulita da tempo, avendo intuito i limiti di un allenatore che, comunque, aveva scelto lui. Ma i suoi metodi hanno portato buchi di bilancio e buchi nell'acqua (anche se non pioveva) in campo. E ieri ha suggerito un vecchio sistema: che Mazzarri continui fino al derby, previsto dopo la sosta. Se vince, meglio. Se perde, lascia che vada a sbattere contro la Roma eppoi cerca una soluzione. Stesso sistema usato con Ranieri, quando andò a sbattere contro la Juve per lasciar posto a Stramaccioni. Ma qui il percorso sarebbe ancora troppo lungo per affidarsi ad un allenatore esordiente (Moratti ricorderà il caso Verdelli). Servirebbe un vecchio lupo, disposto a farsi da parte a fine stagione, quando sarà scelto un nuovo allenatore (Mihajlovic in pole).
Strategia imposta dai problemi del fair play Uefa ed anche dai danari che Thohir non intende destinare a spese superflue: sempre che sia superfluo rinforzare la squadra o migliorarla con un allenatore di diversa qualità rispetto a Mazzarri che, evidentemente, fatica a ritrovare i suoi punti cardinali tecnici: l'Inter aggredisce poco a centrocampo, segna poco con i centrocampisti, difende male e disperde sempre le buone cose realizzate. Gli infortuni sono diventati pesanti e lo stato fisico indica la luce rossa dopo un tempo. La squadra vale il terzo posto (in un campionato così scarso) a dispetto degli alibi dell'allenatore, bisogna saperla gestire bene e magari far crescere i giocatori: Juan Jesus è diventato una palla al piede della difesa e Ranocchia pasticcia sempre. Vidic era un mago della difesa a quattro ed ora è un apprendista imbarazzato del gioco a tre. Meglio andare a recuperare Rolando e magari vendere Juan Jesus che, l'anno passato, poteva essere ceduto al Tottenham, ma Moratti si oppose.
Per il derby, Mazzarri dovrà rivedere la squadra: Medel squalificato, ma al Milan mancherà De Jong che è peggio. Un'occasione per ristrutturare il centrocampo nell'assetto difensivo e dimostrare di valere ancora l'Inter.
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