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Foster Wallace e Roger che diventa letteratura

Per entrare nella letteratura gli eroi omerici sono passati dalla trasfigurazione della morte. Roger Federer non ne ha avuto bisogno.

Foster Wallace e Roger che diventa letteratura

Per entrare nella letteratura gli eroi omerici sono passati dalla trasfigurazione della morte. Roger Federer non ne ha avuto bisogno. Vivente (e giocante) è stato trasformato in un'icona di armonia classica, un capolavoro di incorporea bellezza. È avvenuto in un giorno dell'agosto del 2006, quando David Foster Wallace, giovane scrittore americano ed ex tennista, morto suicida nel 2008, pubblicò sul supplemento sportivo del New York Times, un articolo destinato a entrare nelle antologie e a diventare un testo di culto per gli appassionati: «Roger Federer come esperienza religiosa». Scriveva Foster Wallace: «L'umana bellezza di cui parliamo qui, è di un tipo particolare; si potrebbe chiamarla bellezza cinetica. Il suo potere e la sua capacità di attrarre sono universali. Non ha nulla a che fare con il sesso o con le norme culturali. Sembra piuttosto riguardare il riconciliarsi dell'uomo con la sua realtà corporea». Il culmine dell'esperienza estetica è rappresentato da quelli che Foster Wallace chiama «momenti Federer», fuggevoli squarci di terrena perfezione, di assoluta compiutezza. «Quando si guarda il giovane svizzero giocare, ci sono istanti in cui cade la mascella, gli occhi escono dalle orbite e in cui si emettono suoni che fanno accorrere la moglie dalla stanza accanto per vedere se tutto è ok». E questi momenti sono «tanto più intensi se un minimo di esperienza diretta del gioco ti permette di capire l'impossibilità di quello che gli hai appena visto fare». Non è solo tennis, è estasi, appunto, semi-religiosa. E sul perché questo accada, per capire come funzioni «l'ascendenza di Federer» ci sono diversi tipi di spiegazione, scrive Foster Wallace. Ci sono i ragionamenti tecnico-tennistici, che contano, però, fino a un certo punto. La spiegazione «più vicina alla verità coinvolge il mistero e la metafisica... Roger Federer è uno dei rari, preternaturali atleti che sembrano essere esenti da alcune leggi fisiche». È una dote che è appartenuta a pochi. A Michael Jordan, dice Wallace, a Muhammad Ali.

Ora anche di lui, come degli altri, si parlerà al passato.

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