Dalla Francia con amore. Il Psg caccia Lucas, la spia più cara del mondo

Spifferava i segreti dello spogliatoio ai media Ceduto al Tottenham per 28 mln. E in Italia...

Dalla Francia con amore. Il Psg caccia Lucas, la spia più cara del mondo

Quanto può valere una spia? Dipende dall'ambiente e dal peso delle informazioni segrete che vengono rilevate. Nel football la quotazione è di ventotto milioni di euro. È la cifra versata dal Tottenham di Londra al Paris Saint Germain per comprare le prestazioni di Lucas Moura. Costui, talentuoso brasiliano di venticinque anni, pagato milioni quaranta dal qatariota Nasser Al-Khelaifi al San Paolo, è stato individuato come la talpa dello spogliatoio del Paris Saint Germain, così sostiene Unay Emery, l'allenatore spagnolo secondo il quale Lucas Moura ha un piede di tigre ma la lingua di serpente, come quella del suo sodale Ben Arfa, altro collaborazionista della stampa parigina e francese. Quest'ultimo non è stato messo alla porta, il fatto avverrà a fine stagione, quando si esaurirà il contratto che lo lega al club. Ma Lucas Moura era ormai ai materassi con l'allenatore che lo ha puntualmente mandato in tribuna o tenuto a scaldare la panchina per mesi sei, depauperando il capitale ma con un mobbing che ha portato, infine, alla cessione. La talpa è già a Londra, dove l'argentino Pochettino, tecnico degli Spurs, non bada alle voci parigine, sa che Lucas è un grande brasiliano e verrà utilizzato in champions, contro la Juventus, tra dieci giorni.

Lucas Moura non è il primo caso di infiltrato, o sedicente tale, all'interno dello spogliatoio e, quindi, confidente con la stampa. Le cronache di football presentano una lista di talpe ignote al pubblico ma conosciutissime da allenatori, dirigenti e giornalisti. Ci fu il tempo in cui bastava (basta ancora) una telefonata al calciatore amico per ricevere informazioni, non tecniche o tattiche, bensì i pettegolezzi più beceri sull'aria che tira nello spogliatoio. Cito un aneddoto personale: un difensore di una grande squadra si presentò all'allenamento con una ferita suturata al sopracciglio. Si giustificò dicendo che aveva sbattuto contro la portiera della sua auto di lusso. Venni a sapere, invece, dalla mia talpa privata, che il ferito aveva ricevuto una zoccolata in pieno viso da un suo compagno di squadra, durante una zuffa nello spogliatoio. Scrissi la notizia e scattò l'indagine, vana, su chi fosse il delatore. Molti allenatori si portano appresso, da una squadra all'altra, oltre al proprio staff, anche uno o due calciatori di fiducia. Non soltanto tecnica. Sono i trombettieri, le cimici che riportano al tecnico i sussurri altri, quando lui si assenta e si è chiuso la porta alle spalle. Il delatore non ha il posto assicurato ma l'ingaggio sì, la sua fiducia all'allenatore gli garantisce un contratto a vita, dovunque lo stesso tecnico si trasferisca, basta verificare sull'almanacco Panini i passaggi di alcuni allenatori e dei loro Lawrence d'Arabia.

Nel caso di Lucas Moura la spiata riguardava i rapporti tesi tra Neymar e Cavani, lava vulcanica che ha messo in crisi il tecnico spagnolo Emery, ora sotto osservazione dopo il licenziamento in minusvalenza del brasiliano. Neymar ha preso le parti del compatriota esiliato: «Purtroppo non sono io il padrone del Paris» ha detto. Lucas Moura è sbarcato nel Regno Unito, terra di John Le Carrè, autore de La Talpa. Si replica.

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