Fumata rosa

Il Giro al via oggi dall'Albania. Roglic e Ayuso i favoriti, Tiberi punta al podio nel finale di Roma: è la tappa dedicata a Papa Francesco

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Il vecchio contro il bambino, lo sloveno sfida il catalano, sperando di suonargliele come Acerbi a Yamal. Roglic l'esperto, 35 anni ben portati e 5 Grandi Giri già nel palmares (4 Vuelta e un Giro, ndr); dall'altra parte Juan Ayuso, 22 anni catalano, cittadino del mondo, capace di parlare 4 lingue e un'ambizione smisurata, pari a quella del suo capitano Pogacar. Vengono per vincere, entrambi. Roglic insegue il sesto successo in un Grande Giro, Ayuso vuole la consacrazione, anche per acquistare un peso diverso in seno alla sua UAE Team Emirates-XRG.

In assenza di Pogacar e Vingegaard, attenti a questi due, ma non solo. Senza un dominatore annunciato, dicono che la corsa sarà apertissima e bellissima, anche se i superlativi danno sempre l'idea di voler rendere grande ciò che grande non è. In corsa per un ruolo da protagonista, ci sono anche due corridori che il trofeo Senza Fine lo hanno già vinto come Bernal e Carapaz, oltre agli esperti Yates, Landa e Bilbao, Caruso, Gaudu e Meintjes, gli emergenti Arensman e Storer oltre all'attesissimo Pidcock. Il via oggi, da Durazzo per Tirana (160 km). Edizione 108, partenza dall'estero n°15. Ventitré le squadre, 184 i corridori, 48 gli italiani guidati da Antonio Tiberi e Giulio Ciccone. Ventuno tappe per 3.443,3 chilometri complessivi, con tre giorni di riposo e un dislivello di 52.350 metri, quasi ottomila in più rispetto al 2024: «Edizione tosta, io mi farò guidare dall'istinto», assicura Ciccone. Due le crono: domani, Tirana-Tirana di 13,7 km e alla 10ª tappa (Lucca-Pisa 28,6 km). La Cima Coppi è sul Colle delle Finestre (2178 metri): 18,5 km al 9,2% di pendenza media e punte del 14% con gli ultimi 8 km di sterrato, alla penultima giornata con arrivo al Sestriere. L'ultima tappa, il 1° giugno, sarà dedicata a Papa Francesco: Roma-Roma, 143 km con sfilata del gruppo per 3 km nei Giardini Vaticani. Dicevamo della partenza dall'Albania: tre tappe per il primo viaggio del Giro nel Paese degli skipetari, tutte e tre impegnative tanto è vero che sin dalla presentazione della corsa due nomi sono subito balzati alla mente. I nomi sono quelli di Wout Van Aert e Mads Pedersen, due cacciatori di classiche che possono ambire alla prima rosa. Il rientro in Italia, che sarà in Puglia (Alberobello-Lecce) dopo il primo giorno di riposo-trasferimento, propone diverse occasioni per i velocisti fino al primo arrivo in salita, quello di Tagliacozzo: non dirà chi vincerà il Giro, ma chi è meglio che pensi ad altro. Anche la tappa numero 8, quella di Castelraimondo si annuncia impegnativa e da viatico alla frazione di Siena che proporrà ben 5 settori di Strade Bianche per una trentina di chilometri complessivi.

Secondo giorno di riposo in terra toscana per ripartire poi con la crono da Lucca a Pisa e la sempre insidiosa tappa appenninica che si concluderà a Castelnovo ne' Monti dopo aver affrontato la salita di San Pellegrino in Alpe, che torna al Giro dopo ben 25 anni.

L'ultima settimana, come da copione, sarà da far girare la testa, con gli arrivi di Champoluc e Sestriere. «Non mi pongo limiti, voglio solo stare bene e puntare al massimo dice il 23enne Antonio Tiberi, miglior giovane un anno fa, e 5° assoluto -. Il podio? È un obiettivo».

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