nostro inviato a Berlino
E adesso la Juve dove va? «Dopo Berlino si è conclusa una stagione, ora ne inizia una nuova», ha fatto sapere Beppe Marotta pochi minuti dopo, mentre la squadra era ancora sul prato a guardare Xavi Hernandez alzare la coppa. Dava l'idea di voler girare pagina lasciando da parte i sentimenti.
La Juve vuole mantenere alto il livello, sistemare più che ribaltare, si confronterà con chi conta e capirà cosa vogliono fare Pirlo e Tevez che, se dovesse decidere di tornare in Argentina, non riuscirà a fermarlo nessuno, introverso, imprevedibile. Pirlo non è considerato a fine corsa, Marotta spera di rivederlo in bianconero ma non gli rinnoverà il contratto in scadenza a giugno 2016.
L'altro nodo è legato ad Arturo Vidal, il cileno che si lascia tradire dai nervi e magari sbaglia le partite che contano. La Juve non lo dice apertamente ma Arturo è sul mercato, la sparata dei 40 milioni, base minima per aprire una trattativa, è del tutto infondata, dovesse arrivare un'offerta da 25 la sua partenza è certa. Al momento non ci sono richieste. Il lavoro del dg sarà soprattutto attorno a Paul Pogba. Se per qualcuno esistono delle alternative, per il francese il discorso parte da altre basi, non esiste un profilo simile, ma con i soldi della sua cessione si può migliorare la squadra, soprattutto nel reparto difensivo dove l'età media è decisamente alta.
Ma è naturale che Marotta scarti qualsiasi pista alternativa a Pogba, la Juventus ha una posizione molto ferma al riguardo e al momento ha tassativamente rifiutato qualsiasi ipotesi di cessione. Almeno ufficialmente e al netto di un'offerta indecente.
Buffon ha intenzione di giocare ancora altri tre anni, parole sue, escluso che Neto stia lì a fare il secondo, questione aperta. L'assenza di Chiellini è esplosa in mezzo all'area juventina nella finale di Berlino, nessuno con il suo carisma, quel suo senso di appartenenza, spigoloso e fastidioso ma solo per gli avversari. È certo l'inserimento per Medhi Benatia, pista difficile ma eventualmente soldi spesi bene. Rientra dal prestito Daniele Rugani, reale prospettiva, non avrà la faccia da bounty killer degli attaccanti ma ha tutto per entrare nella galleria dei grandi stopper italiani. In mezzo ci sono tante cose da fare, per Sami Khedira manca solo l'ufficialità, Radja Nainggolan non è un'azione di disturbo, agenti juventini si sono incontrati in Sardegna proprio alla vigilia della finale di Champions, c'è da battere la concorrenza dell'Inter e la volontà del giocatore, di facciata, di voler restare alla Roma. Davanti è tutto in sospeso, Morata lascerà la Juve per tornare al Madrid al termine della prossima stagione, Fernando Llorente già adesso, è arrivato Paulo Dybala, il Psg fa partire Ibrahimovic e vira deciso su Cavani e gli affida la leadership dell'attacco. C'è Robin Van Persie. É in uscita dallo United, lancia segnali continui e fa sapere che con Evra ha mantenuto un rapporto solidissimo e assieme passano le serate al telefono a parlare di Juve. Costa zero ma ha un ingaggio da 8,5 milioni a stagione, se Marotta riesce a ridurglielo, l'olandese arriva. C'è Mario Mandzukic.
Il centravanti croato pagato 30 milioni dall'Atleitico non ha convinto, verrà rimpiazzato da Higuain che lascia Napoli, la Juve c'è sopra decisa, ingaggio da 5 mln in scadenza nel 2018, Radames Falcao è solo un'alternativa che non dà garanzie fisiche, mentre Zaza e Berardi sono giudicati buoni ma inutili in una squadra che ha i soldi per puntare più in alto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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