RomaIl pareggio beffa di Mosca ha lasciato più strascichi da gossip (la notte brava post partita di alcuni giocatori in uno strip club) che tecnici. E la trasferta russa ha portato in dote nuove accuse di un gruppo poco coeso rispetto a quello dell'anno scorso, ecco che Rudi Garcia deve vestire i panni del pompiere e respingere le critiche che piovono da più parti. «Io devo parlare di calcio, mezza squadra in tuta non ha niente da nascondere - così il tecnico francese -. Dopo la partita De Sanctis aveva dimenticato di dire che anche lui era responsabile sul gol del Cska, non più di altri, come tutti. Poi ha fatto una cosa fantastica, dicendo che aveva colpe anche lui. Questo dimostra che lo spogliatoio è unito».
Garcia ribatte anche sulle perplessità espresse per il gioco della squadra: «Dopo dodici partite, in Europa solo Real, Chelsea e Bayern hanno fatto meglio di noi. La Juve? Non la cito perchè sappiamo come hanno ottenuto i tre punti di vantaggio su di noi. I fatti dimostrano che la nostra squadra è in grande salute. Avrei firmato con due mani per vincere contro il Torino, l'Atalanta e sapere di stare in vantaggio per 92 minuti in Russia. Certo, se giochiamo bene abbiamo più opportunità di vincere e seguo questa strada perché sembra porti ai risultati. L'unico rimpianto che ho è il primo tempo di Napoli».
Ritrovare l'Olimpico amico (sei vittorie in altrettante sfide, 14 gol segnati, zero subiti) potrebbe essere il giusto toccasana per scacciare i dubbi della piazza. «Siamo nel nostro giardino con i nostri tifosi, che sono fantastici pur non avendo un impianto comodo per supportarci, vista la lontananza tra campo e tribune. Il loro appoggio, numeri alla mano, è importantissimo: in dodici saremo più forti». Basti pensare a Roma-Inter della passata stagione: finì 0-0 in un clima irreale, visto che non c'erano tifosi giallorossi nelle due curve chiuse dall'Osservatorio del Viminale, la squadra ne risentì molto e quel risultato siglò forse la fine dei sogni da titolo della squadra di Garcia. «Ma il nostro campionato non dipende dalla partita con l'Inter, è la più importante solo perché è la prossima e perché hanno una rosa di grande qualità. Mancini? Ha vinto titoli in Italia e in Europa, ma devo ammettere che non mi piace vedere un allenatore esonerato. I giocatori adesso lottano di più perché quando va via un allenatore la colpa è sua, se va male pure il secondo poi la colpa diventa loro».
Finalmente Maicon, che torna a disposizione di Garcia dopo quasi due mesi, dovrebbe giocare da avversario contro la sua Inter (sei stagioni in cui ha vinto praticamente tutto) e contro il suo ex tecnico Mancini che lo volle anche al City. Un recupero importante quello del brasiliano, che garantisce il gas sulla fascia. «Quando impone il suo gioco e la sua forza fisica, ci aiuta molto sul piano offensivo», così Garcia. Alle prese con un attacco ampio negli uomini, ma non così profilico.
In particolare lo preoccupa la flessione di rendimento del suo pupillo Gervinho: «Entra nel 75% dei gol della squadra, questo non vuol dire che gioca sempre bene, come è successo a Mosca. Mi aspetto di più da lui come da tutti gli altri».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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