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Gattuso, è l'ora del coraggio. Paquetà e Suso i nodi del derby

Gattuso, è l'ora del coraggio. Paquetà e Suso i nodi del derby

Nel dividere, a Verona col Chievo come la settimana prima a San Siro contro il Sassuolo, il gioco dal risultato, brillano i numeri collezionati dall'ultimo Milan di Gattuso, formidabili a dire il vero. Cinque successi di fila sono uno score ottenuto soltanto un anno prima, a dimostrazione dei recenti stenti del club. Anche il fatturato con i rivali di medio piccolo calibro è diventato di tutto rispetto in confronto alle difficoltà tradite nel girone d'andata (pari deprimenti a Cagliari, Empoli e Frosinone). Perciò il tratto d'avvicinamento al derby di domenica 17 marzo, uno dei prossimi snodi decisivi per il posto in Champions, è diventato una marcia quasi trionfale che nasconde però scelte coraggiose da compiere nelle prossime ore. Già perché il Milan di Verona, rinfrescato secondo inevitabile turn over (Conti, Laxalt, Biglia e Castillejo gli inserimenti in partenza al posto di Calabria, Rodriguez, Bakayoko e Chalanoglu) non ha catturato l'occhio se non in occasione delle due perle di gol con cui ha riscosso il prezioso incasso. Biglia, rientrato dal primo minuto, ha impreziosito la presenza con quella prodezza balistica dal limite che non tutti gli riconoscevano, Piatek ha toccato di fatto un solo pallone, in spaccata, e con quello ha rifatto bum bum dopo due turni di inevitabile silenzio. «Volevamo far riposare anche Paquetà» la confessione postuma di Gigi Riccio, il principale assistente di Gattuso.

Ecco allora l'argomento all'ordine del giorno della settimana che porta al derby da affrontare con un solo punto di vantaggio. Il brasiliano Paquetà ha il serbatoio vuoto e una spiegazione convincente: tra il campionato brasiliano e il trasferimento a Milanello non si è mai firmato, 51 partite giocate di fila hanno lasciato una scia di legittima stanchezza nelle sue prove. Dopo meno di un'ora è stato sostituito. È bastata un'altra frase di Riccio per capire la possibile soluzione: «Bakayoko sa anche giocare mezz'ala». Altro nodo da sciogliere è quello riferito a Suso. A riposare ha riposato, a smaltire il post pubalgia ha smaltito eppure il rendimento è ancora sotto il livello delle attese e soprattutto il suo passato di musa del gioco offensivo rossonero. Nel frattempo Castillejo, il pupillo di Paolo Maldini, ha fatto progressi evidenti in materia di condizione fisica, utilità e inserimento negli schemi di Gattuso che l'ha anche utilizzato come sotto punta del polacco.

Più che concentrarsi sull'eventuale provvedimento disciplinare del giudice sportivo, il tecnico può perdere il sonno per queste due scelte impegnative.

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