«Ho fatto la spia in questi giorni e a Milanello non ho visto armadietti svuotati». È questa, secondo Rino Gattuso antico frequentatore di spogliatoi, la conferma che il Milan ha pensato solo alla Spal e non a preparare il rompete le righe come accaduto in altri finali di stagione. Può contare o rappresentare solo una suggestione ma è l'occasione per rendere omaggio al suo gruppo che l'ha tradito nei momenti di calma apparente e l'ha invece reso orgoglioso nei tornanti più complicati della stagione risollevandosi puntualmente. «Allenare questa squadra è stato un sogno, spero che continui»: così Rino ha confermato la volontà di andare avanti, sicuro d'essere migliorato come tecnico anche se «invecchiato in dieci mesi di 10 anni» a dispetto delle voci di probabili successori che ormai l'hanno circondato da mesi. Lui vuole restare, Leonardo invece è pronto a lasciare mentre sulla conferma di Paolo Maldini s'è aperto un dibattito interno al club sul contributo dato al ruolo che gli è stato assegnato.
Sul tema si è svolto, dinanzi all'ingresso di Milanello, un vertice in apparenza molto teso tra Gazidis e l'ex capitano rossonero, con Leonardo testimone. «A me la società non ha chiesto la Champions, ha chiesto di provarci e noi lo stiamo facendo fino all'ultima sfida» l'altra frase simbolica di Gattuso. «Sulla carta eravamo inferiori a qualche altra squadra»: nessun nome ma un riferimento scontato a Inter davanti un solo punto, e a Roma e Lazio. «Perciò non considero un fallimento l'eventuale Europa league» la spiegazione didascalica. Il vero dissenso tra Gattuso e il Milan è tutto nel progetto futuro.
Gazidis è dell'idea che c'è bisogno solo di giovani, Rino invece reclama «esperienza per fare il salto di qualità». E non a caso ha citato come sorpresa della stagione il contributo di Abate cui era stato promesso un rinnovo contrattuale (al pari di Zapata).
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