nostro inviato a Milanello
Cuore, grinta, passione, voglia di non mollare mai. Ok, questo è il Gattuso che tutti conoscono. Ma sarebbe riduttivo, banale e anche un po' irrispettoso etichettare Gattuso soltanto così. È un allenatore preparato, sa cosa vuole e sta provando ad ottenerlo, nonostante le evidenti difficoltà del momento rossonero. Ma soprattutto sa che deve farlo in fretta. «Non ho tempo, non posso avere pazienza. Siamo in difficoltà ma non deve essere un alibi. Bisogna ottenere il meglio da questi ragazzi, col tempo miglioreremo ma non abbiamo tempo».
Contraddizione in termini, ma solo in apparenza. Perché se è vero che Gattuso siede sulla panchina rossonera solo da pochi giorni è altrettanto vero che la classifica piange e il Milan deve forzatamente accelerare il ritmo, specie dopo il pareggio beffa di Benevento che ha lasciato una lunga scia di amarezza. «Sappiamo che il momento è difficile e conosciamo l'importanza di questa partita. Dai miei mi aspetto voglia e rabbia perché ci stanno i momenti di difficoltà e ci sta l'episodio sfavorevole ma voglio vedere che non ci abbattiamo al primo schiaffo e che sappiamo reagire». E allora Gattuso si appella a San Siro, dove torna da protagonista per la prima volta da allenatore. Sa che il credito nei suoi confronti non è illimitato nonostante l'amore dei tifosi ma da loro vuole una spinta speciale. «Conosco bene San Siro e nei momenti no qualche fischio l'ho beccato anche io, ma domani abbiamo bisogno del nostro pubblico. Spero ci sia un ambiente dalla nostra parte e che possa dare una mano ai nostri ragazzi che ne hanno bisogno». Nessuno spazio per le emozioni: «Quelle passano in secondo piano, dureranno solo un paio di minuti» e tanta concretezza, anche con l'appoggio della società. «Parlo tutti i giorni con Fassone e Mirabelli, li sento vicini», ha detto, e ieri è sbarcato a Milanello anche il braccio destro del presidente David Han Li che ha assistito all'allenamento in cui Gattuso ha fatto le prove generali anti Bologna dopo aver difeso il suo gruppo, Chalanoglu e Andre Silva su tutti: «Mai chiesta la loro cessione, sono falsità e strumentalizzazioni».
Per provare a vincere con il Bologna dell'ex Donadoni, addio alla difesa a tre e spazio al 4-3-3. «I meccanismi della difesa a tre sono complessi, non sono perfetti e quindi qualcosa bisogna cambiare», conferma il tecnico, che vorrebbe tempo anche per migliorare la condizione atletica dei suoi. «Bisogna avere una gamba importante e al momento manca». Quindi Abate e Rodriguez terzini con Musacchio e Bonucci al centro. In mezzo Montolivo con Kessie e Bonaventura e davanti Kalinic centrale con Suso e Borini in appoggio.
Cambiare modulo e formazione per cambiare il trend. «Bisogna metterci una pezza e stringere i denti. Dobbiamo ottenere il risultato a tutti i costi». Idee chiare e un solo obiettivo. Come raggiungerlo per il Milan, in questo momento, è assolutamente relativo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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