Basterebbe la minima percentuale, ma pare che non ci sia nemmeno quella. E allora Antonio Conte batte i pugni sul tavolo, a sole due settimane dai buoni auspici della presentazione ufficiale. Dove a proposito della sua nuova Inter era stato chiaro: «Devo avere la percezione che ci sia anche solo l'1% di possibilità di poter vincere». Seconda conferenza stampa e il Conte è già, in apparenza, furioso. Si è travestito da Thor per mandare sul pianeta nerazzurro tuoni e fulmini, messaggi chiari per la dirigenza e, ammettiamolo, date le capacità di leadership dell'uomo, anche per dissimulare quanto ci sia di suo nella decisione di mettere in naftalina Icardi e il Ninja. Difficile, infatti, pensarlo mesto ad accettare le scelte del club. Se oggi non ha punte è anche e soprattutto per una sua scelta. Fatto sta, «ci sono difficoltà importanti» ha dichiarato da Singapore, alla vigilia dell'amichevole di lusso contro il Manchester United «siamo in ritardo rispetto al previsto e non è un buon segnale perché c'è tanta strada in salita da fare. Ho parlato chiaro con la società, il gruppo va snellito e i problemi vanno risolti, ma ancora non si è mosso nulla. Capisco i tempi del mercato però sono altrettanto importanti le scadenze. Se vogliamo mantenere certe ambizioni, servono i fatti».
Sulla via della tournée asiatica, dopo i Red Devils, ci saranno Juve (mercoledì 24) e Psg (sabato 27), da sfidare con un attacco che tale non è, dove mancano esperienza e nomi capaci di accendere le fantasie. Con Lautaro in vacanza e Politano infortunato, alle armi sono stati chiamati Longo, Colidio, Esposito, Vergani e Puscas, che di certo non sono ciò che si aspettava l'ex allenatore juventino e della Nazionale. In compenso fin qui sono arrivati Sensi, Lazaro e Barella. Ma non Dzeko e nemmeno Lukaku, obiettivo numero uno, valutato oltre 80 milioni dallo United: «Il belga mi piace, provai a portarlo al Chelsea» ha puntualizzato Conte «ci farebbe migliorare, lo considero importante, tuttavia è un giocatore di Solskjaer e non è corretto parlarne». Oggi Lukaku non sarà in campo, non ci sarà nessun incrocio tra presente e possibile futuro perché, almeno in via ufficiale, la punta ha un problema alla caviglia e gli inglesi hanno fatto sapere che il giocatore non è in forma.
In breve tempo Conte è tornato il solito Conte, allora le bordate sono per tutti, inclusa la società e questa campagna d'Asia, che per il match contro la Juve prevede una comparsata a Nanchino, roccaforte Suning e del patron Zhang: «Non sarà facile affrontare certe sfide con questo organico. Ci aspettano avversari impegnativi e partite ogni tre giorni, purtroppo il calendario era stato deciso prima del mio arrivo». Lo sfogo ha infiammato i social, secondo i più cattivi Conte sta ripercorrendo proprio le orme di Lippi, esonerato in burrasca nell'ottobre 2000. Intanto i giorni corrono veloci, tra quasi un mese inizia il campionato e gli esuberi restano tali, fanno da tappo al mercato e alle ambizioni del tecnico: «Su Icardi e Nainggolan non si torna indietro.
Il belga è qui in tournée, ma è fuori anche lui. Da Perisic voglio capire se può giocare nella posizione che ho in mente altrimenti valuteremo». Più che con lo United, l'esame dell'Inter è con se stessa. E se Conte non l'ha bocciata, l'ha quantomeno rimandata.
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