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Il giallo di Lippi dt tra Mancini e l'Italia

Il ct all'oscuro dell'incontro, ma Gravina chiarisce: era solo un pranzo

Il giallo di Lippi dt tra Mancini e l'Italia

Questione di interpretazione, questione di motivazione. Il presidente Figc Gabriele Gravina ha incontrato Marcello Lippi a pranzo, motivo per il quale si ipotizzava che all'ex ct fosse stato proposto un ruolo da direttore tecnico della Nazionale italiana. Un modo per arricchire l'organigramma e alzare il livello di competenza ed esperienza. Lippi, infatti, è uno dei tre allenatori ad aver portato l'Italia sul tetto del mondo. Prima di lui, nel 2006, ci erano riusciti solo Vittorio Pozzo (nel 1934 e nel 1938) ed Enzo Bearzot (1982).

La voce era cominciata a circolare anche perché già nel 2016, Tavecchio, pensò a Lippi per tale ruolo, dovendo poi rinunciare a causa del lavoro di procuratore di Davide Lippi (figlio di Marcello) come procuratore, che creava un presunto conflitto di interessi. Il regolamento in questi anni è cambiato, Lippi potrebbe ricoprire il ruolo di direttore tecnico nonostante il lavoro del figlio, ma non sarà comunque così.

Gravina ha infatti incontrato l'ex ct a pranzo solo per una chiacchierata di calcio a 360 gradi, non per inserirlo nell'organigramma della nazionale, fa sapere la Figc. Risulterebbero così prive di fondamento le voci sul fastidio provato da Mancini per l'incontro fra Gravina e Lippi (e la presunta proposta di lavoro), che, si diceva, non esser stato nemmeno informato della trattativa. Fra il presidente Figc e Mancini c'è sempre stato un rapporto solido, disteso, motivo per il quale un episodio del genere avrebbe effettivamente spiazzato l'attuale commissario tecnico. Quella di Lippi avrebbe infatti rappresentato una presenza ingombrante. Anche perché se è vero che il direttore tecnico non ricopre un ruolo di campo, è anche vero che nella ristrutturazione delle attività azzurre, soprattutto quelle che riguarderanno le nazionali giovanili, occuperebbe spazi e assumerebbe poteri che ora appartengono totalmente all'attuale commissario tecnico. Tale decisione, dopo il percorso netto fatto registrare nelle qualificazioni a Euro 2020 (record con 10 vittorie su 10) e il record di successi di fila (ben 11), così come i miglioramenti della squadra nel gioco (lo scorso 11 novembre, contro l'Armenia, gli Azzurri hanno segnato per la prima volta nella propria storia con sette giocatori diversi), avrebbe sorpreso e infastidito Mancini. Gravina però, alla vigilia di due stagioni importanti e delicate (nel 2021 ci saranno gli Europei, nel 2022 i Mondiali), è attento a non creare tensioni di alcun tipo. Perché Lippi non sarebbe che d'aiuto nella (ri)costruzione della nazionale italiana, ma anche la comunicazione è importante.

Internamente ed esternamente.

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