Rio 2016

Gimbo, Alex e poi il buio

Il tramonto di un bel sogno cullato dalla nostra atletica: aveva due medaglie certe a Rio

Sole e luna. Felicità e mestizia. L'uomo dei salti e dell'allegria, l'uomo della fatica e dei misteri. Gianmarco Tamberi e Alex Schwazer sono le due facce profondamente diverse della stessa medaglia olimpica che l'Italia dell'atletica non potrà conquistare. Un fottuto infortunio ha fermato, bloccato, rovinato il sogno olimpico di Gimbo quando il mondo era già ai suoi piedi, quando aveva appena battuto i rivali diretti di Rio in un preludio di podio a cinque cerchi. Una seconda positività, stavolta tinta di giallo, ha di nuovo imprigionato e sputtanato il sogno di redenzione e medaglie di Alex dopo gli anni di squalifica per doping e il meraviglioso e vincente ritorno alla gare di due mesi fa.

Sole e luna. Due azzurri profondamente diversi per carattere e immagine. Uno pesarese gioioso di Riviera che all'atletica e all'intero movimento sta facendo un gran bene, l'altro altoatesino introverso e di montagna che all'atletica e all'intero movimento sta facendo un gran male. Uno che della pulizia sportiva ha fatto un credo esplicito e integralista a tal punto da dire chiaro e tondo di non volere in nazionale Schwazer, e l'altro che quello stesso credo aveva e forse ha di nuovo platealmente calpestato. Compagni di nazionale nonostante tutto e inevitabilmente in collisione che adesso restano entrambi a casa. Come se un destino baro e bastardo avesse voluto toglierli entrambi d'imbarazzo. Gianmarco a curarsi le ferite di un infortunio che sa di beffa e ricorda quello di Juri Chechi alla vigilia di Barcellona '92, dove era dato favorito e si spaccò e «credimi» gli ha detto Chechi ieri, «lo so bene, è dura, ma trasformerai tutto questo in un'occasione... devi solo spostare tutto avanti di 4 anni...». E Alex a curarsi l'animo dopo l'ennesimo stop per doping che non sa di beffa, non si sa ancora di che cosa sappia veramente, ma certo ricorda solo e soltanto l'Alex di quattro anni fa. Alla vigilia di Londra.

Sole e luna. E il tramonto di un bel sogno cullato dalla nostra atletica: aveva due medaglie certe a Rio.

E invece sembra già notte.

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