Travolgenti, solitarie, regine d'Italia. Quanto vicine rispetto all'anno scorso lo scopriremo domani nella prima sfida diretta dell'anno. Ma «pesando» Juventus e Roma, le due contendenti allo scudetto, prendiamo a confronto tre parametri: la sfida tra i pendolini della fascia, il duello delle «creste» a centrocampo e il valore dei centravanti di complemento.
I PENDOLINI - Macinano chilometri sulle fasce di competenza e i loro numeri dimostrano la loro importanza. Il brasiliano Maicon, al secondo anno nella Roma, è arrivato nella Capitale dopo un piccolo fallimento al City ed è riconosciuto come uno dei migliori laterali destri al mondo per dribbling e velocità palla al piede. In questa stagione, dopo un inizio balbettante e i guai con il Brasile (prima il Mondiale con il clamoroso ko con la Germania, poi la cacciata dal ritiro di Dunga per una bravata), sta offrendo un rendimento incredibile. Lo dicono i tre assist e i 47 palloni recuperati, ma anche la reazione dopo l'ingenuità di Manchester - rigore provocato al 4' - con il contributo importante nella cavalcata romanista. Lo svizzero Lichtsteiner, dal 2008 in Italia prima alla Lazio e poi nella Juve (ha iniziato la quarta stagione in bianconero), è stato impiegato a lungo come terzino destro e proprio dal suo arrivo a Torino ha iniziato a essere utilizzato frequentemente anche nel ruolo più offensivo di esterno destro. Congeniale in schemi come il 3-5-2 dove, oltre che a ripiegare in difesa, Lichtsteiner può spingersi in avanti effettuando traversoni e assist dal fondo, oppure diventare lui stesso il finalizzatore dell'azione inserendosi in area e concludendo a rete. E i 27 cross già piazzati dall'elvetico, il migliore in serie A, lo dimostrano, così come il gol segnato al Cesena. Molti dicono che il duello Maicon-Lichtsteiner sarà il più importante del match.
LE CRESTE - Il look da guerriero o taglio alla mohicana - leggi cresta - è antichissimo ma pure attuale. E averlo non è solo questione di moda, bisogna essere guerrieri dentro. È il caso di Radja Nainggolan, soprannominato il «Ninja», e Paul Pogba, il 21enne che ha già la stoffa da veterano. Di creste, il belga ne cambia quasi una a settimana, il francese è più fedele a quella iniziale. Ma quello che conta è ciò che i due regalano in campo e anche stavolta ci aiutano i numeri: Nainggolan ha completato 435 passaggi con una media realizzativa di quasi il 90 per cento, in difesa ha vinto quasi l'80 per cento dei contrasti, in più un gol e mezzo - quello all'Empoli in collaborazione con il portiere dei toscani -, eppure ha giocato quasi tutti i 450 minuti del campionato (Garcia gliene ha risparmiati appena otto). Pogba ha piazzato finora 4 dribbling vincenti a partita, alterna lanci lunghi (stessa media a gara) e passaggi decisivi (media 2.3). Per ora gli manca solo il gol, l'anno scorso ne segnò sette. «La Juve è vincente, la Roma ha un bel gioco, sarà una bella sfida», ha sottolineato ieri il romanista.
I CENTRAVANTI - Nati come bomber, stanno diventando centravanti di complemento. Per Fernando Llorente è di nuovo crisi come quando arrivò alla Juve nell'estate scorsa. Gioca, soffre per la squadra (13 palloni recuperati), regala anche assist (7 finora) ma gli manca il gol che gli ridia fiducia. Quella di Allegri per ora non gli è mancata e questo potrebbe aiutarlo. Mattia Destro tifava Juve da bambino, ma è anche quella che ha rifiutato due estati fa perché non gli forniva abbastanza garanzie.
Non l'ha mai battuta in carriera e anche se partirà dalla panchina, vorrebbe magari entrare e fare un gol ai bianconeri un gol sfruttando il momento d'oro: due reti consecutive in casa, una bellissima da 40 metri, media realizzativa straordinaria considerando i minuti giocati (257). Ma entrambi rischiano di essere solo comprimari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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