Gioia, entusiasmo e interscambiabilità. Sono gli ingredienti della Nazionale di Roberto Mancini, chiamata stasera a fare il bis dopo il convincente debutto con la Turchia e magari chiudere la pratica qualificazione. Quest'Italia è il simbolo della squadra dove la concorrenza fa bene a tutti. E quando l'affresco tattico è ben assimilato, è chiaro che - come ha sottolineato il ct - il gruppo «è fatto di tutti titolari, anche quando cambiamo le cose vanno sempre bene ed è merito dei ragazzi, tutti faranno la loro partita».
Ecco che il ballottaggio ancora non risolto tra Di Lorenzo e Toloi (il primo già impiegato nel secondo tempo con la Turchia al posto dell'infortunato Florenzi, il secondo con 3 presenze e 184 minuti giocati e preferibile per una questione tattica) per l'unica variante dell'undici titolare dell'esordio non farà mutare pelle agli azzurri. Tanto più che Verratti si siederà in panchina pronto a un minutaggio ridotto, se necessario, per testare le gambe in vista del Galles. D'altronde Mancini non si era scomposto più di tanto per le rinunce a Sensi e Pellegrini proprio in extremis, dopo che la scelta dei 26 giocatori era stata talmente ponderata dal ct, arrivato al limite della deadline posta dall'Uefa.
Gioia ed entusiasmo, si diceva. Sorrisi ieri a Coverciano quando il pullman diretto alla stazione fiorentina di Campo di Marte stava per lasciare a terra Gianluca Vialli. Sorrisi anche per il ct quando parla del «porca puttena» di Lino Banfi diventato il refrain del gruppo azzurro («era già avanti con il suo 5-5-5...). Ci dà per favoriti stasera e in generale nel torneo anche il collega svizzero Petkovic - con il dubbio Sommer, la moglie del portiere sta per partorire il secondo figlio e lui ha avuto l'assicurazione dalla Federazione di poter correre a casa -, che torna all'Olimpico otto anni dopo l'esperienza con la Lazio e che ha già fatto soffrire altre grandi come Francia, Brasile e Spagna. Insomma, stasera l'asticella si alzerà: «Ci sarà tensione come alla prima gara, poi dipenderà da noi. La Svizzera merita rispetto, le sfide con loro sono state sempre difficili e anche stavolta sarà dura, sono fra le prime del ranking (ora è 13ª, ndr)», ha ammonito il ct.
Forte di quella gioia ed entusiasmo del gruppo, con Bernardeschi che in segno di amicizia e spirito di gruppo ha regalato parastinchi personalizzati ad ognuno dei compagni di Nazionale, inclusi quelli poi tagliati da Mancini. Gioia ed entusiasmo sì, ma anche capacità di tornare umili e con i piedi per terra dopo un risultato importante come quello di venerdì con la Turchia. «Da anni non c'era tanta gioia in Nazionale, con Mancini è tornata la voglia di vestire la maglia azzurra. Nei 26 siamo una squadra completa. E poi c'è quella carica di adrenalina che si alimenta di partita in partita come è accaduto dopo la vittoria con la Turchia», ha sottolineato Bonucci. Che si è soffermato anche sul razzismo.
«Inginocchiarsi prima della partita? Siamo contro ogni forma di razzismo e discriminazione ma ad oggi non mi risulta che l'Uefa abbia preso questa iniziativa, dipende dalle federazioni, ma ovviamente c'è una presa di posizione da parte di tutti».
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