In quattro mesi, l'Europa pallonara si è capovolta. Merito di una Nations League che si è dimostrata competizione vera, onorata al meglio dalle partecipanti, nonché fonte di spettacolo, come la rimonta dell'Inghilterra sulla Croazia, quella clamorosa della Svizzera sul Belgio, per finire con l'Olanda che batte i campioni del mondo in carica e toglie 4 punti su 6 ai rivali storici della Germania. Gerarchie capovolte o quasi, con il solo Portogallo capace di rispettare il pronostico della vigilia. E meno Cristiano Ronaldo-dipendenti di ciò che si pensi, visto che per la Nations League CR7 non è mai stato convocato.
Ma l'esempio che più di tutti può servire da stimolo all'Italia è quello dell'Olanda, nell'ultimo biennio messa ancora peggio degli Azzurri. Gli oranje infatti non si qualificano a un grande torneo dal Mondiale 2014, anno nel quale sono entrati in una profonda crisi tecnica e identitaria che ha lasciato sul campo tre ct (Hiddink, Blind e Advocaat) e parecchi dubbi su un movimento calcistico apparso non più al passo con i tempi. Una depressione che aveva portato Ronald Koeman a dichiarare nel secondo posto in Nations League l'obiettivo massimo dei suoi, vista anche la caratura degli avversari (Francia, Germania). È arrivata per contro un'inaspettata rinascita, frutto di una mentalità pragmatica che non si è fatta problemi nell'accantonare i classici tratti del calcio oranje. Non è un caso che il simbolo dell'attuale Olanda sia Virgil van Dijk, un difensore, ma anche secondo miglior marcatore dei tulipani nel 2018 dopo Depay, e autore di un bel gesto nei confronti dell'arbitro, il rumeno Ovidiu Hategane, abbracciato a fine gara dopo aver scoperto che aveva appena perduto la madre. Anche i migliori talenti arancioni sono giocatori da retrovie quali il centrale De Ligt e il mediano Frenkie de Jong.
Così come un altro difensore, lo svizzero Mbabu, è stato tra i protagonisti assoluti, assieme all'ex Fiorentina Seferovic autore di una tripletta, del 5-2 con cui la Svizzera ha umiliato il Belgio. Nell'ultimo decennio gli elvetici sono stati criticati, in patria, per l'eccessiva ordinarietà: rendimento costante, mai però un guizzo nei momenti decisivi. In una sola gara hanno ribaltato i (pre)giudizi, lasciando al Belgio il rimpianto per l'ennesima occasione mancata. L'unica superstite delle magnifiche 4 di Russa 2018 è quindi l'Inghilterra, che sul filo del rasoio ha mandato in B i vicecampioni del mondo della Croazia. Per Southgate si tratta di un altro ottimo risultato, visto che l'altra squadra del girone era la Spagna. Pur con una selezione che beneficia notevolmente della crescita tecnica dei vivai inglesi (vedi i trofei vinti a livello giovanile negli ultimi anni), il ct non ha avuto paura di sporcarsi le mani attingendo anche al passato del calcio inglese, con lanci lunghi e tanto agonismo. Più un pizzico di caos organizzato nel finale, quando ha messo Sancho (uno dei giovani rivelazioni dell'anno con il Borussia Dortmund) proponendo una squadra a spiccata trazione offensiva.
Ma, come scritto dal Guardian, la sfida più grande vinta da Southgate è stata quella di essere riuscito a creare l'ambiente adatto nel quale i giocatori inglesi noti underperformer in nazionale - possano esprimere al meglio le proprie qualità.
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