Pagare il biglietto per assistere al Giro d'Italia. La voce gira perché gli sponsor sono in fuga, i soldi non bastano più e le corse vengono cancellate. Scomparirebbe così la bellissima immagine degli spettatori ai lati della strada, la peculiarità del ciclismo, l'unico sport al mondo a non avere un biglietto per assistere gare. Se nel giro delle Fiandre è già tutto a pagamento e dove per entrare in alcuni tendoni ospitality dove poter assistere al passaggio dei corridori con panini e birre si deve pagare un biglietto agli organizzatori, il direttore del Giro d'Italia Mauro Vegni non sembra molto convinto che la stessa cosa possa succedere in Italia.
"Non vedo realizzabile un biglietto per il pubblico, non nel breve termine almeno. Piuttosto pensiamo a creare postazioni da offrire alle aziende per pubblicizzare i loro prodotti o ai tour operator che portino pubblico da fuori", ha dichiarato, come riporta Huffington Post.
"L'idea di mettere un biglietto al ciclismo è una strada pericolosa perché il nostro pubblico è spontaneo, si muove in camper, dorme in tenda. - continua Vegni - Se mettiamo un biglietto magari rimangono a casa a vedere la corsa in televisione. Abbiamo faticato tanto per riportarli da noi e rischieremmo di perderli di nuovo. No, il ciclismo non è ancora come il calcio. Però dobbiamo sicuramente rivedere la nostra offerta pubblicitaria. Possiamo far pagare le aziende per partecipare alle grandi corse con una comunicazione profilata. Oppure potremmo pensare a offerte dedicate alle agenzie di viaggio che portino turisti appassionati di questo sport".
"Abbiamo provato a far pagare per i Mondiali e solo in alcuni tratti, ma non andò bene. Non ci fu richiesta" ricorda Vegni. "Tecnicamente è possibile chiudere delle tratte, ma ci sono molte cose da considerare se lo facciamo a pagamento.
- riflette il direttore del Giro - Dovremmo richiedere l'autorizzazione di utilizzo di suolo pubblico, fare un recinto e avere una security che lo controlli. Poi dovremmo compilare un borderò e pagare la Siae per i biglietti venduti. E quanto dovremmo chiedere agli spettatori in modo da coprire le spese? Non so quanto questa soluzione sarebbe conveniente", ha concluso.