Giudici e sorteggi Le 48 ore di fuoco di "le Roi Platini"

Oggi il Tas si pronuncerà sulla sua sospensione. Se dovesse annullarla il n°1 Uefa potrà essere domani a Parigi davanti all'urna di Euro 2016

Giudici e sorteggi Le 48 ore di fuoco di "le Roi Platini"

di Tony DamascelliOtto dicembre 1985, Platini realizza il rigore decisivo, la Juventus è campione del mondo per club a Tokyo. Otto dicembre 2015, trent'anni dopo esatti, Platini viene interrogato dal tribunale sportivo di Losanna a cui si è rivolto per la sospensione di novanta giorni da qualunque incarico sportivo. Venerdì 11 dicembre, oggi, stamattina, lo stesso tribunale emette la sentenza. Sabato 12 dicembre, a Parigi ventiquattro federazioni calcistiche europee partecipano al sorteggio della fase finale della coppa d'Europa, allargata secondo progetto dello stesso Michel Platini. C'est la vie, dicono i suoi compatrioti, vanno così le cose nel mondo e tutti i giorni. Accade che a un personaggio famoso, non soltanto per come abbia saputo interpretare e vivere il gioco del football, capita che a uno che per anni si è battuto contro il calcio pieno di troppi denari, a uno che rifiutò le offerte miliardarie di Berlusconi e di Tapie, a Platini insomma, tocchi di giocare contro un avversario strano ed ambiguo, la giustizia sportiva, perché quella ordinaria, almeno per il momento, di lui si è occupata soltanto come testimone e persona informata dei fatti. Fatti che riguardano l'altra figura del calcio mondiale, Joseph Sepp Blatter, l'uomo che ha avuto più potere, forse lo ha ancora, di Obama e Putin, perché il calcio riesce ad andare oltre qualunque confine, unisce e raduna passioni e interessi, distribuisce soldi, fa grandi i piccoli e piccoli i grandi, può decidere le sorti di un governo e le finanze di uno Stato, assegna l'organizzazione di un evento mondiale a un Paese come il Qatar che con il calcio ha un rapporto soltanto contabile e mercantile, si mette nelle mani di uomini a capo di ditte off shore.


È la Fifa, non l'Uefa e dico questo non per accusare un ente e difenderne un altro ma perché è la storia, oggi la cronaca che è finita sui tavoli e nelle manette dell'Fbi.Michel Platini ha vissuto e sta vivendo ore inquiete, le sta vivendo come era uso quando giocava a football, con il distacco e, insieme, la passione che ne hanno caratterizzato la carriera, soffre ma senza urlare contro i potenti, non maradoneggia (Maradona continua a parlare di calcio falso e falsificato, lui che ha segnato un gol con la mano de Dios), non cantoneggia (Cantona ha approfittato del football prima di fare il poeta, lo scrittore e l'attore). Si limita a raccontare la sua verità, cercando non una poltrona perché ha detto a chi lo conosce bene: «Posso vivere senza l'Uefa e senza la Fifa ma non senza la mia famiglia, la mia dignità». Vuole pulire l'immagine che si è sporcata in questi mesi, ha individuato chi è stato il portatore insano di queste macchie, sa che gli incensatori di ieri sono diventati censori oggi, molte jene, molte tricoteuses pronte a vedere la sua testa rotolare oggi sotto la lama di Losanna, il boia non è uno solo ma un bel gruppo, in Svizzera, in Francia, in Inghilterra, in Germania, in Italia anche, là dove i soliti furbetti, depositari in esclusiva della morale hanno scritto che Platini è abituato a maneggiare il nero. Bene, vedremo quale sarà il colore definitivo di questo film horror che potrebbe avere anche un epilogo clamoroso.

Tre scenari possibili stamattina: se il Tas accoglierà il ricorso di Platini che accadrà domani a Parigi? Il presidente, di nuovo tale, si presenterà al sorteggio ormai decaffeinato dalla sua presenza e verrà accolto dagli applausi, dai baci e dagli elogi di quel popolo di codardi di cui sopra? O resterà nella sua dimora di Nyon a osservare i giochi altrui? Se il ricorso verrà respinto e, dunque, confermata fino alla prima settimana di gennaio, la sospensione, che farà Platini? Si isolerà ancora di più, ritirandosi definitivamente a vita privata? Michel Platini sa già quello che farà. Deve passare la nottata, con le parole di Charles Aznavour, Il faut savoir, encore sourire, quand le meilleur s'est retiré e qu'il ne reste que le pire.

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