Goggia, paura e rabbia Evita un volo tremendo ma resta giù dal podio

Oro o argento senza l'imprevisto a 120 km/h, Sofia 4ª scoppia in lacrime: «Così è infame»

Goggia, paura e rabbia Evita un volo tremendo ma resta giù dal podio

St. Moritz Errori, tanti errori, tecnici e tattici. Eppure, nella super domenica delle due discese mondiali in tre ore, qualcosa di positivo c'è stato: Sofia Goggia è rimasta in piedi dopo il rischio corso nel tratto finale della pista. Ha perso la medaglia, sicuro, d'argento o forse anche d'oro, ma quegli sci incrociati, quella porta quasi inforcata a 120 all'ora meglio non pensare a come sarebbe potuta finire se fosse caduta. Brava quindi, bravissima a salvarsi dal disastro, ma il quarto posto a sette centesimi dal bronzo della Vonn e a 52 dall'oro di Ilka Stuhec brucia. «È infame, perché se avessi sciato bene senza errori ok, lo accetterei, ma così no, così fa piangere e infatti ho pianto, cosa che non faccio quasi mai». Sofia ha mantenuto la promessa, ha dato tutto. Forse troppo? Non si può dire, certo è che nella parte finale è arrivata velocissima, molto più che in prova: aveva 14 centesimi di vantaggio su Stuhec, 9 sull'austriaca Venier che a sorpresa prenderà l'argento e 37 sulla Vonn. Poi errore tecnico, tattico o mentale? Un mix dei tre probabilmente, ma restare lucidi a una certa velocità non è facile, Sofia non è una che quando si sente in difficoltà alza il piede. I suoi nove podi in Coppa li ha conquistati così, rischiando ad ogni metro della pista, e qui, dopo la delusione del superG, aveva deciso di spaccare tutto per prendersi quella medaglia che meritava. «Ho dato il massimo, ci credevo, oggi c'ero, vedevo le altre tese ma io no, sono partita per divertirmi, ma quando sono arrivata in fondo, pur con il miglior tempo, ho capito che non sarebbe bastato, perché quell'errore mi è costato davvero tanto».

Le analisi dei tempi fatte dalla Rai dicono 16/100, ai quali va però aggiunta la velocità persa, quindi, come detto sopra, l'argento era sicuro, forse ci sarebbe scappato anche l'oro. Lindsey Vonn ha consolato Sofia abbracciandola e incoraggiandola per il futuro. «Avrà altre chance, è forte, arrivare quarti è dura, anche io ci sono passata, intanto però faccio notare che sono la più vecchia donna che ha vinto una medaglia mondiale nello sci. Sono così orgogliosa!».

Sconfitta dunque, ma per nulla abbattuta, anzi, e bisogna dirle grazie, perché dopo aver portato il fidanzato di un tempo Tiger Woods nei parterre, ieri il mondo dello sci ha potuto per la prima volta vedere da vicino Roger Federer, suo ospite per la discesa femminile e già che c'era tifoso d'eccezione per la vittoria in quella maschile di Beat Feuz, il grande favorito che stavolta non ha tradito. Lo svizzero ha battuto Erik Guay, alla seconda medaglia, e l'austriaco Max Franz.

La chiave della gara è stata il numero di partenza, con quelli più alti favoriti dalla neve che si è velocizzata.

Fill e Paris, primo e terzo a scegliere il pettorale, hanno dunque perso alla vigilia, scegliendo il 7 e il 5 e finendo 9° e 13°. «Assieme a tutto lo staff abbiamo valutato che partire davanti fosse meglio, in prova era stato sempre così, in gara invece è successo il contrario. Poco da dire quindi, ci è girata male».

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