Gp da padrone ma senza sorpasso

Guai a ingabbiare la MotoGP in una definizione, peraltro positiva, come "equilibrata come non mai"

Gp da padrone ma senza sorpasso
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Guai a ingabbiare la MotoGP in una definizione, peraltro positiva, come «equilibrata come non mai». Guai a interrogarti sul perché la sfida sia così ravvicinata e imprevedibile da portare nomi nuovi all'attenzione degli appassionati, uno su tutti, Marco Bezzecchi, rivelazione dei primi GP della stagione. Meglio non disquisire troppo sul perché le Ducati, ma non solo, offrano a così tanti piloti la possibilità di lottare per un posto al sole, guai ad interrogarsi sui perché e i percome di un campionato troppo bello per essere vero, con così tanti potenziali vincitori. Il rischio è di venire smentiti dai fatti e di tornare all'antico, a quando faticavi a vedere un sorpasso e allora sì che avevi ragione a chiederti quando sarebbe arrivato il prossimo.

Il GP Italia non è stato quello che ci aspettavamo, o per meglio dire lo è stato soltanto a metà. Perché se era d'obbligo immaginare un Bagnaia protagonista, era assai meno prevedibile che prendesse il comando delle operazioni nei primi metri e guidasse il gruppo fino al traguardo, senza che nessuno potesse pensare davvero di attaccarlo, missione impossibile persino per lo spagnolo Jorge Martin, finito secondo.

Bagnaia ha fatto una gara alla Freddie Spencer, alla Jorge Lorenzo, alla Max Biaggi, campionissimi che quando avevano la possibilità di prendere e andare, salutando la compagnia, non si facevano certo pregare. Pecco al Mugello ha fatto esattamente così, con tutto il rispetto per quanti sedevano in tribuna, sul prato o davanti alla tv.

Non sempre si dà spettacolo a suon di sorpassi, a volte lo si fa pennellando curve e chicane con precisione estrema, disegnando linee perfette che valgono il plauso e la vittoria. Eppure ogni volta, davanti all'assolo da incorniciare, realizzi che il sorpasso è il momento magico del motociclismo da corsa e quando non c'è, ti è mancato qualcosa.

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