Gran premio corto o lungo, Verstappen vuole tutto

Max fa sua la Sprint, 2° Leclerc. Il ferrarista: "Ho provato a passarlo al via ma non volevo correre rischi". 5° Sainz

Gran premio corto o lungo, Verstappen vuole tutto
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Stravincere non gli ha fatto perdere voglia e cattiveria. Max Verstappen se c'è da allargare le spalle non si tira certo indietro. Leclerc ci ha provato al via, ma lui gli ha fatto subito capire chi è il re leone. Un ruggito e via. Almeno lui si è divertito. Certo, se tutta la cena sarà dello stesso livello dell'antipasto il rischio è che il pubblico di Miami per la disperazione si tuffi tra le onde del mare finto che c'è a bordo pista. Incidente al via a parte, abbiamo assistito ad una sfilata dove una Ferrari (quella di Sainz) non è riuscita a passare una Racing Bull (quella di Ricciardo) e una Mercedes (quella di Hamilton) che ha faticato prima di riuscire a passare la Haas dello scorrettissimo Magnussen (poi penalizzato). Un gran premio senza sorpassi è un po' come una partita di football senza touch down. Ma agli americani, a giudicare dai gridolini per i piloti dopo il mini Gp, forse la gara è quello che interessa meno in questo weekend.

Max Verstappen è scappato al via, cattivo come sa esserlo quando vuole qualcosa, mentre dietro a lui Alonso combinava un bel pasticcio colpendo Stroll che a sua volta finiva con l'eliminare l'incolpevole Norris e provocare l'ingresso in pista della Safety Car. Alla ripartenza Max ha dato lo strappo al momento giusto e per Leclerc non c'è stato nulla da fare. Non è mai sceso sotto il secondo di distacco e senza attivare il Drs non ha mai potuto neppure pensare di attaccare la Red Bull. Ci aveva provato al via, scattando un po' meglio di Verstappen e ritardando la staccata, ma Max è stato duro quando basta: «Non potevo rischiare di rovinare l'auto con le qualifiche da fare tra poco», ha spiegato Charles contento perché sui 19 giri della gara (tre di Safety) non ha patito più degrado della Red Bull.

Restano gli applausi per Ricciardo, risvegliatosi con il nuovo telaio che usa dalla Cina e per Tsunoda che ha portato anche la seconda Racing Bull

ai punti dopo la penalizzazione (superato il limite in pit lane) che ha fatto scivolare Hamilton dall'ottavo al 16° posto. Tutto il resto è quasi noia. Chissà che in gara non possa capitare qualcosa di realmente americano.

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