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Hamilton 6... Mondiale. E la Ferrari si dissolve

Lewis secondo dietro a Bottas festeggia il sesto titolo. Il primato monstre di Schumi è a un passo

Hamilton 6... Mondiale. E la Ferrari si dissolve

E sono sei! A un solo passo dal mito Schumacher. Lewis Hamilton si riprende il mondo che per la prima volta aveva conquistato 11 anni fa. Lewis voleva tutto, voleva anche la vittoria ad Austin. Ha dovuto accontentarsi del sesto Mondiale che non è male Lewis VI ha dovuto lasciare la vittoria a Bottas a quattro giri dalla fine, quando le sue gomme cambiate trenta giri prima erano ormai delle tele e poi ha dovuto affidarsi a tutto il suo talento per respingere l'attacco di un Verstappen che sembrava posseduto dal diavolo e aveva chiesto al box di dargli «full power». Lewis festeggia comunque il suo Mondiale dal podio dopo aver tentato di vincere una gara con una strategia un po' folle, con un solo cambio gomme contro i due degli avversari. E la festa è completa perché oggi in pista non c'è nessuno come lui e come la Mercedes che completa il suo filotto con 6 Mondiali piloti e 6 Mondiali costruttori di fila. Un nuovo record. «Sento tantissima emozione ed è un onore essere al livello dei piloti più grandi», ha detto Lewis emozionato al punto giusto. «Mi sento fresco come una rosa e sono già pronto a inseguire la prossima vittoria».

Il sesto Mondiale è arrivato a tre gare dalla fine del campionato, un po' come da tradizione in casa Hamilton che solo nelle prime due occasioni era rimasto in lotta fino all'ultima gara, nel 2008 addirittura oltre, visto che il campionato di Massa era già finito da 35 quando lui gli strappò la corona. Il sesto è però un Mondiale diverso, è quello ad esempio in cui ha ottenuto decisamente meno pole position (4), addirittura battuto dal suo compagno di squadra come solo Rosberg nel 2014 era riuscito a fare. Ma le 4 pole sono il minimo sindacale per Lewis che alla peggio si era fermato a 7. Ha cambiato il suo focus, ha lavorato sulla gara più che sulla qualifica evidentemente. E il risultato non è mancato. Ora è a un titolo e a 8 vittorie da Schumacher. Il 2020 può essere l'anno dell'aggancio? Non dipenderà tutto da Lewis, ma dai suoi avversari.

La Ferrari in Texas non ha partecipato al rodeo. Persa la pole è scomparsa anche dalla gara fin dai primi giri. Vettel attaccato da un male oscuro si è visto passare sulle orecchie anche da McLaren e Renault prima di sventolare bandiera bianca per la rottura (incomprensibile e misteriosa) del triangolo della sospensione posteriore desta. Leclerc (in gara con il motore di vecchia generazione) è uscito praticamente subito dai giochi per il podio, faticando come non gli capitava dall'Ungheria, dall'ultima gara prima della resurrezione rossa. Si è dovuto accontentare del giro più veloce, montando gomme tenere e fresche nel finale. Compleanno amaro per Mattia Binotto che ieri ha spento 50 candeline, ma che non ha trovato i regali che sperava a fine giornata. Per la prima volta dopo Spa non c'è neppure una Ferrari sul podio. America amara sulla pista dove un anno fa aveva vinto Kimi Raikkonen. Mistero Rosso. Restano due gare in calendario.

Inutili per la classifica Mondiale, non per quella interna di casa Ferrari.

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