Lewis Hamilton sferra un colpo decisivo, come il suo idolo Cassius Clay, alle velleità di trionfo in campionato di Nico Rosberg, che sulla pista di casa di Hockenheim viene superato al via in maniera imbarazzante dall'inglese ed è autore di una gara anonima, giù dal podio così come le Ferrari, che chiudono in quinta posizione, con Vettel e sesta con Kimi. Si tratta del quarto successo di fila e 49esimo della carriera del pilota britannico, che si avvicina nel computo delle vittorie a Prost, ora a meno due. Il vantaggio nella classifica su Rosberg è salito, invece, a 19 punti.
È la partenza a decidere, come sempre più spesso accade, l'esito finale del Gp di Germania: Rosberg, partito dalla prima casella e autore di uno start orrendo, si fa sfilare da Hamilton prima e dai due uomini Red Bull dopo. Da lì in poi per il figlio di Kike Rosberg, che vede Hamilton fuggire dalla compagnia a suon di prestazioni veloci, sarà una lotta allo strenuo contro la scuderia anglo-austriaca. Ma è una battaglia che lo vede sconfitto: infatti alla trentesima tornata, dopo il secondo pit-stop, Rosberg ha la chance di scavalcare al tornante Verstappen; ma nel tentativo di sorpasso finisce un po' lungo e di fatto costringe il baby rampante ad uscire fuori pista. A causa di questa manovra, Nico subirà una penalità di cinque secondi, poi diventati otto per un errore di calcolo dei meccanici, fatali per le chance di podio. «Una giornata dura dirà il tedesco -, perché partendo in prima posizione speravo di fare meglio. Oggi è andato tutto male. Sulla lotta con Verstappen lui si è mosso in modo brusco verso di me, ma hanno dato la colpa a me...».
Un podio dove appunto salgono Hamilton, il cui successo non viene mai messo in discussione nel corso della gara, e i due piloti bibitari. «Sono due weekend di fila sul podio commenta Ricciardo, secondo al traguardo -. È da oltre un anno che noi della Red Bull non finivamo con entrambe le monoposto tra i primi tre. È stata una gara di strategie. Bello concludere prima delle vacanze in questo modo». Sì perché adesso i garage resteranno chiusi per quattro settimane, prima di tornare in pista per il doppio appuntamento veloce di Spa e Monza.
In Belgio, l'inglese ci arriverà da leader del Mondiale nonostante un avvio di stagione in sordina e in cui sembrava arrendersi alla superiorità, a quel tempo, del compagno di box. Invece il tre volte iridato ha svoltato, così come ha fatto la Red Bull («Sono andati veloci e ora sono i nostri avversari» ammette Niki Lauda), che ha invertito il proprio trend negativo con l'«acquisto di Verstappen, l'unico dei non Mercedes in grado di vincere un Gran Premio. Da quel momento, la casa anglo-austriaca è riuscita a recuperare il gap fino a scavalcare la Ferrari, sia a livello di prestazioni sul giro secco e nel Gp che nella classifica costruttori (256 punti contro 242). Molti addetti ai lavori si chiedono se la nuova seconda forza del campionato sarà mai in grado di infastidire, come gli è riuscito in Germania, l'egemonia delle frecce d'argento. Un obiettivo che si era prefissato la casa di Maranello, ma che ad Hockenheim è rimasta attardata dal podio, quasi venti secondi alle spalle di Ricciardo, il primo dei bibitari.
«Dopo le performance felici di venerdì e sabato mattina ha dichiarato Arrivabene -, i problemi sono tornati a galla. La Red Bull ha fatto dei miglioramenti e quindi gli avversari da adesso sono due. Non ci arrendiamo». Per fortuna ci sono le vacanze...
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