Sospeso tra passato e presente, in una bolla di magia. Tra i grandi di ogni epoca della Formula 1 Lewis Hamilton c'era già, lo dice la sua classe e lo dicevano i numeri anche prima di ieri. Ma ce ne sono alcuni che per il loro potere evocativo contano più di altri, e la 65ª pole position in carriera che gli consente di eguagliare il suo idolo Senna resterà una tappa fondamentale. Anche perché dopo l'impresa è arrivata la sorpresa, un casco appartenuto ad Ayrton che la famiglia del brasiliano ha voluto regalargli per celebrare l'aggancio. Lewis non ne sapeva nulla, non se lo aspettava. Ed è rimasto a bocca aperta: «Sono scosso - ha detto -, senza parole. Lui è stato quello che mi ha ispirato, eguagliarlo e ricevere questo regalo per me è il riconoscimento più bello».
Se l'è meritato in pista, sulla «sua» pista, quella su cui vinse la prima gara nel 2007 (e poi ha trionfato altre quattro volte) e quella di cui da ieri è anche il recordman assoluto: 1'11"459, un tempo da pazzi. Otto decimi in meno del vecchio primato di Ralf Schumacher che resisteva dal 2004, oltre 1"3 meno della sua pole di un anno fa. Da Montreal può ripartire il mondiale di Hamilton, che con questo graffio mette un opzione sulla gara di oggi e mette anche in chiaro a Vettel che prima di cedergli lo scettro mondiale venderà cara la pelle.
In attesa di scoprire cosa succederà nei lunghissimi 70 giri della gara di stasera (i semafori si spegneranno alle 20 italiane) è un secchio d'acqua gelata sull'euforia della Ferrari, che nel terzo turno libere aveva spadroneggiato e sembrava più a posto di una Mercedes costretta a parecchi zig-zag per mandare in temperatura le gomme anteriori. Poi le prove ufficiali hanno cambiato le carte in tavola, nonostante le condizioni fossero teoricamente migliori di quelle della mattina e le «Rosse» ci hanno messo un po' prima di riuscire a migliorarsi. Vettel si è svegliato nella Q3 e a un certo punto era arrivato a quattro millesimi dal primo giro-record di Hamilton, mentre nel secondo attacco al tempo - dopo che l'inglese si era addirittura migliorato - non è riuscito ad essere perfetto come voleva. «Ho perso un po' di tempo alla curva 2 - ha spiegato il tedesco -, ma sono comunque contento e penso che abbiamo il passo gara per poterci giocare la vittoria».
In una giornata in cui i piloti hanno fatto la differenza sulle macchine Bottas e Raikkonen inseguono dalla seconda fila ma incassano distacchi importanti dai rispettivi compagni di squadra. Poi, in terza, le due Red Bull di Verstappen e Ricciardo.
Viste le premesse la vittoria dovrebbe restare una questione privata tra Hamilton e Vettel: la speranza è che, dopo aver fallito una pole che a Montreal continua a mancare dal 2001, la Ferrari sfati il tabù più importante. Qui non vince da 13 anni, ma considerando che a Montecarlo era all'asciutto da 16 nulla è davvero impossibile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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