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Higuain? No, Milik. Napoli non soffre più

Il polacco entra, segna, toglie dai guai i suoi. È la terza doppietta fra serie A e Champions

Higuain? No, Milik. Napoli non soffre più

Manolo Gabbiadini dovrà farsene una ragione. Affidargli una maglia da titolare e mettere in panchina Milik non è in questo momento una buona idea. Lo sapeva bene Sarri che, nella logica del turnover con sei sfide da giocare in 19 giorni, ha concesso una chance all’attaccante italiano, uno dei tanti ex della serata, per spaccare la partita salvo poi chiamare in causa dopo un’ora il polacco. Al quale sono bastati sei minuti e il primo pallone giocato per rimettere in sesto la partita, chiusa più avanti con una bordata dal limite. Così Milik chiude alla grande una settimana già eccezionale: doppietta - di testa - in Champions a Kiev, doppietta ieri - di piede - al San Paolo (la seconda in casa dopo quella al Milan). Sei le reti in totale per l’ex punta dell’Ajax nelle prime cinque partite, Higuain - nel suo primo anno a Napoli - si era fermato a quattro.

Grazie ai suoi bomber (era stato Callejon a rompere l’equilibrio dopo una quarto d’ora, tra lo spagnolo e il polacco già 11 i gol realizzati in stagione) il Napoli effettua il sorpasso alla Juve, prendendosi il primato almeno per una notte in attesa del derby d’Italia. Contro il Bologna di Donadoni, un ex tradizionalmente ostico da affrontare per gli azzurri, la truppa partenopea concede al Bologna gli inizi dei due tempi. Nel primo dieci minuti di sofferenza per la truppa di Sarri che deve ringraziare Reina che blinda la porta sulla conclusione di un altro ex, Dzemaili, nel secondo almeno una ventina nei quali Verdi (alla seconda rete al San Paolo in carriera) riapre la sfida. Ma non conquistare i tre punti per un Napoli sicuramente affaticato mentalmente dall’importante successo europeo sarebbe stato un peccato mortale. Sei tiri nello specchio della porta solo nei primi 45 minuti (mai nessuna squadra in A era stata capace di farlo in questo campionato) e uno scatenato Insigne che ha seminato a lungo il panico nella difesa bolognese erano i biglietti da visita che facevano pensare a un compito facile. La sfida di ieri ha messo in evidenza i difetti di questa squadra che se non mantiene alta la concentrazione e il ritmo di gioco, rischia molto anche perché spesso non sembra in grado di gestire le situazioni di vantaggio andando in affanno come è accaduto anche contro il Bologna.

Il San Paolo, pure con i minimi storici di pubblico (appena 23mila sulle tribune, colpa dei prezzi alti dei biglietti) e senza De Laurentiis, che ha confessato di vedere malissimo le partite allo stadio e che in questa stagione sarà più oltreoceano che in Italia, resta il fortino del Napoli. Specie se Callejon e Milik continuano a timbrare il cartellino con gol importanti. E se Insigne e Hamsik regalano assist al bacio come quelli offerti ai compagni di squadra ieri. Applausi al Bologna di Donadoni, che si dimostra vivo e ben schierato in campo e che alla fine resta pure in 10 perchè Krafth deve fermare con le cattive al limite dell’area uno Zielinski lanciato a rete. Ma contro un Milik così in forma dal punto di vista realizzativo, c’è ben poco da fare.

Erano 58 anni che il Napoli non segnava 12 reti nelle prime 4 gare di campionato.

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