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Hirscher, scusate il ritardo... È d'oro la sua lezione di slalom

Marcel domina, vendica il passo falso in gigante e parla di ritiro. E l'Austria occupa tutto il podio. Male gli azzurri

Hirscher, scusate il ritardo... È d'oro la sua lezione di slalom

Åre Tre bandiere biancorosse sventolano nella serata di Åre, il mondiale si chiude sulle note solenni dell'inno austriaco, l'oro che ancora mancava arriva, in ritardo ma arriva, e per farsi perdonare i ragazzi di Hans Pum non lasciano nulla agli avversari: un, due, tre, sul podio ci sono solo loro. Hirscher, Matt e Schwarz chiudono in fila lo slalom che consegna alla storia un'edizione che più tribolata per il meteo non si può, negli ultimi tre giorni vento e neve hanno dato una tregua, ma si è corso su piste tutt'altro che impeccabili perché, come ha detto il direttore degli azzurri Max Rinaldi tracciando un bilancio, «una gestione sportiva così carente sotto tutti i punti di vista non si era mai vista, nelle gare di sci almeno i primi trenta devono poter sciare nelle stesse condizioni e qui non è avvenuto, mai». Eppure non è utopia che il fondo resti lo stesso per il primo e il centesimo concorrente, a Campiglio, a Bormio, in Alta Badia o a Kronplatz il miracolo è riuscito, almeno nella preparazione delle piste l'Italia è sempre da oro, senza storia.

Ieri invece l'oro se l'è preso Marcel Hirscher, che non aveva ancora digerito la sconfitta in gigante ed è arrivato in partenza con una carica agonistica che gli usciva da ogni fibra. Prima di lui erano partiti Clement Noel, il giovane francese che si era permesso di batterlo a Wengen e Kitzbühel (la sta ancora pagando a livello di pressione e da allora Hirscher è diventato una furia) e Henrik Kristoffersen, per molti il favorito di questo slalom dopo l'oro nel gigante. Né il francese né il norvegese hanno commesso errori, ma Marcel ha tagliato il traguardo con il mostruoso vantaggio di un secondo e settanta su Henrik e due secondi abbondanti su Clement. Mai vista una cosa del genere. Nella prima manche, il solo a scendere sotto il secondo di distacco è stato Alexis Pinturault, che ha poi sprecato l'occasione di prendersi la terza medaglia sbagliando nella seconda. Finirà quarto, dietro a Micheal Matt e Marco Schwarz, gli austriaci pronti a rimpiazzare il Re il giorno in cui deciderà di dedicarsi ad altro. Anche ieri, ma ormai lo fa troppo spesso e nessuno gli crede più, Marcel ha ventilato l'ipotesi del ritiro: «Penso che questo sia stato il mio ultimo Mondiale, può anche essere che questa sia la mia ultima stagione, ma nella vita di ognuno di noi c'è solo una certezza (i colleghi austriaci dicono che usa spesso questa frase riferendosi alla morte, ndr) e quindi vedremo. Mancano ancora delle gare, faccio quelle e poi ci penserò».

Mancano ancora delle gare, per fortuna viene da dire riferendosi agli slalom-gigantisti italiani, che lasciano Åre con un bilancio davvero magro. Ieri c'è stato il lampo di Alex Vinatzer nella seconda manche, miglior tempo assoluto e recupero di nove posizioni, c'è stato un Razzoli delizioso fra le buche della prima manche prima che un palo gli spostasse la maschera e lo accecasse per il resto della prova (ispirazione smarrita nella seconda) e qualche segno di ripresa si è visto da parte di Stefano Gross, decimo alla fine. E come tacere della gara eroica di Manfred Moelgg («lo slalom è stato più lungo della discesa, ma proprio oggi?»), che aveva la febbre da una settimana. Solo Shiffrin e Hirscher riescono a vincere da malati, ma i casi sono due: o hanno malattie speciali come loro, o hanno medici e medicine diversi da quelle di noi comuni mortali.

Slalom uomini 1. Hirscher 2'0586; 2. Matt a 065; 3. Schwarz a 076. Gli italiani: 10. Gross a 147; 18. Moelgg a 239; 19. Vinatzer a 245; 22. Razzoli a 259. Italia quinta nel medagliere vinto da Norvegia e Svizzera a pari merito.

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