Hooligans contro cosacchi per evitare la prima Brexit

Calata di 35mila russi su Marsiglia, ma è il tifo inglese che scatena la guerriglia: lancio di bottiglie alla polizia

Hooligans contro cosacchi per evitare la prima Brexit

Nemmeno Eugene Saccomano scrivendo Banditi a Marsiglia, trasformato in film con il titolo Borsalino da Alain Delon e JP Belmondo, poteva immaginare che in una sera di giugno, dell'anno Duemilasedici trentacinquemila russi si sarebbero radunati a Marsiglia per sfidare le gang inglesi. Già qualche fumo di guerriglia si è usmato due notti fa, ubriachezza molesta e scene da saloon con l'intervento della polizia e un arresto. Poi la situazione si è aggravata nel pomeriggio: si sono rivisti gli hooligans dei vecchi tempi, lanci di bottiglie verso la polizia che spara lacrimogeni. Situazione caldissima. Trattasi di football, la partita è tosta, l'ambiente di più, la città si popola di ogni e da ogni dove, inglesi e russi, la storia e la cronaca, l'impero di ieri e il potere di oggi.

Si incomincia a fare sul serio, Roy Hodgson non ha la bazza di Fabio Capello e tende ad allargarsi nella pancia, la sua astuzia con i media britannici lo ha reso celebre ma non amato dal popolo dei three lions, il suo difetto di pronuncia si è prestato, e ancora si presta, a imitazioni buffe ma il lavoro finora svolto sollecita ottimismo, sta a vedere che finalmente l'Inghilterra c'è, non più con i suoi sir e lord, con le vedette di un calcio isolato ma con ragazzi freschi e reduci da trionfi sul campo più che in discoteca, Vardy e Keane per dirla tutta senza dimenticare Wayne Rooney che riassume in un uomo solo ieri oggi e domani, avendo, Rooney, trentuno anni anche se pare giocare da due secoli. Di contro la Russia è un mistero, non ha cosacchi rivoluzionari ma potrebbe creare pruriti. Quello che non riuscì a don Fabio Capello potrebbe invece riuscire a Leonid Sluckij ma questi sono discorsi di propaganda, la realtà dice che sulla graticola ci sono gli inglesi e i loro tifosi. E sorge un problema serio: giovedì 16 giugno è in programma il cosiddetto derby con il Galles, calcio di inizio ore 15, dunque in pieno orario di lavoro, la domanda che viene avanzata è la seguente: si potrà chiedere ai capi ufficio, datori di lavoro e affini un'ora e mezzo di pausa? Si può ottenere una speciale licenza o permesso per vedere la propria nazionale battersi per l'onore in terra di Francia?

Non sto scherzando, se ne parla a Londra e nel resto dell'isola mentre in Francia e a Marsiglia i privilegiati muniti di biglietto, non tutti in verità, ballano e cantano in attesa dell'evento notturno e addirittura di sabato.

A margine, si fa per dire, incominciano le celebrazioni del novantesimo compleanno di sua maestà Elisabetta, dunque l'orgoglio inglese si taglia a fette e prevedo grandi emozioni durante l'inno al Velodrome, dopo aver chiesto, nella rissa di Marsiglia, dove sta l'Isis, stasera chiederanno a Dio di salvare la regina.

Il week end è lunghissimo con l'improvvisa calata di russi che negli anni che furono si limitavano ad osservare il torneo via tivvù, chi ne possedeva uno. Sfida tecnica impari, così anche per i bookmakers. Sarebbe davvero una beffa se gli inglesi dovessero scivolare al debutto, già in bilico per uscire dall'Europa, un altro brexit dal football continentale firmerebbe la condanna all'isola eterna.

Non è il caso di essere così pessimisti, Steve Gerrard, che ormai fa l'opinionista e si diverte nel calcio americano, ha scritto che questa Inghilterra ha preso coscienza e maturità in Brasile. Detto da chi per sedici anni ne è stato parte importante c'è da credergli. Ma i russi?

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