I destini incrociati di Dybala e Icardi: gli argentini diversi

Il bianconero è bravo e Allegri lo esalta: «I fuoriclasse aiutano...» Il nerazzurro delude e Mancini lo affossa: «Mi serve un bomber»

I destini incrociati di Dybala e Icardi: gli argentini diversi

Claudio De CarliIcardi? Il tifoso non crede più a quello che vede, si sente solo contro tutti, nega anche l'evidenza e finge che Mancini si riferisse a Dybala quando ha detto che quel gol a cinquant'anni lo segnava anche lui.Incongruente perché l'argentino buono ha segnato circa quattro ore dopo l'argentino cattivo che non ha segnato. Ma è solo una battuta dettata dalla tristezza. Se tutto nascesse da un tuffo goffo di Szczesny e un anticipo perfetto di Romagnoli, si tratterebbe di episodi. Ma ormai siamo alla consuetudine, la Joya fa gol, Maurito no. E magari ecco perché la Juventus vince da undici partite consecutive mentre l'Inter nelle ultime cinque ha messo insieme cinque punti. Non sarà tutta colpa di Icardi ma per Mancini è tanta colpa di Icardi, quello con la fascia da capitano, quello che dovrebbe trascinare con i suoi gol in quanto centravanti con il nove sulla maglia. E ci sono dei segnali: «Se in cambio della sciarpa Sarri mi vuole dare Higuain io me lo prendo - ha detto Mancini-. Dobbiamo andare sul mercato per comprare qualche attaccante, così magari quelli che ci sono si svegliano». Non sono cose belle. Mentre dall'altra parte Max Allegri santifica Dybala: «I fuoriclasse aiutano a risolvere i match complicati», lui sì che si riferiva a Dybala, è sicuro. La Juve respinge offerte da 40 milioni, all'Inter il capitano è dato in bilico come tutti, se arriva l'offerta giusta nessuno è incedibile. Quando era alla Samp la Juve lo cercava. E Mancini voleva Dybala, a dicembre 2015 l'affare era dato per fatto per soli tre milioni. Lo stesso Zamparini gliel'aveva consigliata: «A Milano giochi titolare, alla Juve ci sono Tevez, Llorente e Morata...». Eppure nelle prime giornate anche l'argentino buono era sotto torchio: «Se Allegri non mi fa giocare, non è perché vuole perdere. Non posso inc... con lui che ha vinto tutto». Il rapporto fra i due, tecnico e personale, ha visto momenti complicati, poi Paulo ha messo tutti d'accordo, è a dodici reti e non gioca neppure prima punta. Ad Allegri non sono serviti sermoni su cosa fare e cosa non fare, quello che invece è toccato a Mancini che non ha più visto il capocannoniere della scorsa stagione. Più cattiveria, più voglia, più coraggio, tornare a difendere, capire quando è il momento di essere altruista e quando è il momento di servire il compagno meglio piazzato. A Icardi sono arrivate più dritte che carezze, e quando anche diceva una cosa vera: «Ho fatto tre gol in 10 partite, ma ho avuto 4 palloni. Mi sembra una buona media», si trovava tutti contro: non è un'uscita da capitano. D'accordo anche Mancini: «Icardi può stare fuori». Forse paga ancora vecchie storie, forse Jovetic preferisce Ljajic, forse è una ruota che gira, ieri Dybala, oggi lui. La società lo difende, Mancini si riferiva a Palacio quando parlava del gol che avrebbe segnato anche lui, e non è vero che domenica lo ha chiuso nello spogliatoio per mezz'ora.Maurito a volte sembra ancora un bambino, al confronto esce più duro perfino Zanetti che avrà alzato la voce tre volte in carriera con un arbitro. Ma in questa Inter non c'è posto per i bambini e Mancini vuole Eder.

Poi magari Yoja e Maurito al prossimo mondale giocano assieme nell'Argentina, ci sta, si completano, oggi sono l'argentino buono e l'argentino cattivo, domani argentini contro nella prima delle due sfide per la finale di coppa Italia. Tutti e due al centro del progetto, uno con alle spalle una squadra che vola, l'altro forse fra i titolari.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica