Conte non twittava, figuriamoci. Allegri sì, con tanto del tormentone #finoallafine che la Juventus ha anche fatto stampare sulle magliette. Conte aveva deciso che la squadra mangiasse e dormisse in pieno centro città dopo gli allenamenti a Vinovo: Allegri ha deciso invece per un posto più tranquillo, non lontano dallo Stadium. Conte ha giocato con Zidane, Allegri aveva il poster di Platini in camera. Conte era un centrocampista di fatica e quantità, Allegri uno con piede più che discreto ma con relativa continuità.
Conte è comunque il passato, Allegri il presente e il futuro prossimo. Ieri, il tecnico livornese ha vissuto la sua prima giornata tutta torinese: visite mediche al mattino, primo allenamento nel pomeriggio. Nel mezzo, telefonate, sms e una presa di contatto più che rapida con la realtà che dovrà vivere di qui in avanti. L'impatto, dopo la contestazione degli ultras andata in scena mercoledì a Vinovo, è stato pressoché traumatico: pian piano la situazione si normalizzerà (ieri la sua compagna ha smentito di avere mai scritto tweet offensivi contro la Juventus ai tempi in cui Allegri allenava il Milan) e parleranno i risultati. Di sicuro non avrà molto credito da spendere, visto che tutti i sondaggi tra i tifosi lo vedono distante anni luce da un indice di gradimento accettabile: molto però dipenderà anche dal mercato, dal momento che i tifosi hanno interpretato l'addio di Conte come un disimpegno quasi ufficializzato a investire cifre importanti.
La palla passa insomma adesso a Marotta, alla ricerca di un centrocampista di qualità che possa anche giocare esterno: Candreva è tornato il primo della lista, dopo che anche la Juve di Conte lo aveva cercato salvo ritirarsi in buon ordine. Già ex juventino, il laziale viene valutato 35 milioni da Lotito ed è ovvio che a quelle cifre non se ne parli nemmeno: a 25 però una quadra la si potrebbe trovare, anche perché fin dal Mondiale l'azzurro non aveva nascosto di puntare a un salto di qualità. Salendo magari di categoria, il sogno sarebbe Jovetic che al City gioca e non gioca: ha però un contratto lungo (scadenza 2018, come Candreva) e l'Inter ha già lanciato abboccamenti. Sarebbe forse più agevole arrivare a Pastore (2016), fenomeno a Palermo e oggi nel limbo parigino: il problema è che, dopo avere razziato da quelle parti il baby Coman e provando a fare altrettanto con Rabiot, diventa difficile intavolare trattative senza farsi prendere per la gola. Una soluzione potrebbe essere Taarabt, passato al Milan negli ultimi mesi e non riscattato dai rossoneri a 7 milioni: ve la immaginate però la reazione del popolo bianconero? Tutt'altro effetto avrebbe invece il 22enne Erik Lamela (ex giallorosso, a scadenza nel 2018), che certo non si è trovato bene al Tottenham dopo essere stato venduto dalla Roma per una cifra vicina ai 40 milioni. Ci sarebbe pure Ljajic, adesso parzialmente chiuso da Iturbe alla corte di Garcia: la clausola rescissoria di 15 milioni è alla portata e lo Schalke ci sta già pensando, pur se il suo agente Ramadani ha ribadito che il giocatore rimarrà a Roma. Intanto, Marotta vuole chiudere quanto prima con Morata ed Evra: l'accordo c'era prima ed è tuttora in essere, ma perdere tempo proprio non si può più.
C'è insomma da ripartire ed elargire fiducia e serenità. Anche alle agenzie di scommesse, per certi versi: Stanleybet, per esempio, vede la Juve ancora favorita per lo scudetto pur se con una quota al rialzo (2,35), ma una stagione senza titoli è ora bancata a 6,50 e la sconfitta alla prima di campionato - contro qualsivoglia avversario - frutterebbe solo quattro volte la posta.
Addirittura, il ko all'esordio in Champions pagherebbe 3,00 e un esonero di Allegri entro la fine della stagione viene quotato 2,10. L'addio di Pirlo, per chiudere, è dato a 8,50: avendo appena firmato un biennale, poco più di nulla.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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