Ibra: chi fa da sé... Prova di forza del Milan, rimonta conto la Roma

Roma subito avanti, schiacciata dallo svedese super Allegri sbaglia con Thiago. Zlatan: "Troppi infortuni"

Ibra: chi fa da sé... Prova di forza del Milan, rimonta conto la Roma

Ibrahimovic, tanto per cambiare. Sièmessosullespalle, af­faticate, ilMilanelohatrascinatool­tre il pendio della Roma salita a ca­vallo del risultato prima dell'inter­vallo con Osvaldo. Adesso siamo a quota 22 gol in 23 partite, quasi uno ogni 90 minuti: una produzione in­­dustriale, come si capisce dalla me­dia stratosferica, che sta confer­m­ando allo svedesone il ruolo deci­sivo di bomber, leader e trascinato­re dei primi della classe. Certo, oltre a Ibra, c'è anche molto altro e tra questi quel giovanotto con la cresta in testa, El Shaarawy, capace di tim­brare il palo (mentre Muntari si schiantacontrolatraversa) eunase­c­onda frazione fatta di cuore e di te­sta, diassalticiechiediblitzchemet­tono sottosopra la difesa romani­sta. Un paio di volte interviene il por­tiere olandese a rimediare alle am­nesie dei suoi sodali.

La rimonta del Milan prende quo­­ta appena Totti, il capitano deluden­tedellasera, inavviodiripresa, sciu­pa un regalo di Abbiati, un rinvio corto, per la voglia di apparecchia­re un cucchiaio dei suoi, mal riusci­to. Uno sgorbio vero e proprio. Allo­ra, come spaventati da quel perico­­lo corso, i rossoneri prendono per il bavero la difesa romanista, la strat­tonano e la spediscono contro il mu­ro di Stekelenburg. A promuovere gli assalti più feroci c'è il capitano di oggi, Ambrosini, preferito a Van Bommel perché l'olandese ha la schienaapezziesuomalgrado, pro­tagonistainnegativodelrinviomal­destro servito a De Rossi e Osvaldo perfirmareilvantaggioiniziale. Dal­la sua stoccata (deviata col braccio alzato da De Rossi) e dal rigore suc­cessivo, ripartono il Milan e Ibra che è il solito cavallo di razza. Non sbaglia un penalty, quando gli capi­ta, e se c'è una palletta come si deve, come succede nel finale, beh allora è capace di superarlo col pallonetto prima di andare di testa a conclude­re col 2 a-1 meritatissimo il lancio te­le comandato di Muntari.

Questo è il Milan di oggi, che tie­ne la Juve a distanza di sicurezza, e che si prepara ad affrontare il Bar­cellona dopo aver consumato un pozzo di energie. Colpa anche di qualchedecisioneaffrettataeinfeli­ce­da parte di Allegri e dello staff sa­nitario, tipo quella di recuperare a ogni costo Thiago Silva. Bastava ve­derlo durante il riscaldamento per convincersi delle sue condizioni precarie. Niente: hanno provato a lanciarlo egualmente nella mi­schia e al primo scatto con Borini, il brasiliano ha alzato la mano (10 mi­nuti in tutto) ritirandosi dalla sce­na. È uscito in stampelle da San Si­ro: problema ai flessori, salterà di si­curo Barcellona e anche Catania. E anche Ibra accusa: «Troppi infortu­ni, serve cambiare qualcosa». Per fortuna del Milan, al suo posto è spuntato un eterno ragazzo che per la prima volta sta collezionando una serie di prove convincenti. Trat­tasidiDanieleBonera, maifortuna­to con infortuni e anche con le pre­stazioni nel passato, ma finalmente dotato di quella sicurezza che ha consentito di far dimenticare gli af­fanni e anche le assenze di Thiago stesso e di Nesta in panchina solo per far presenza.

Non c'è stato soltanto quel monu­mento di Ibra. Il Milan ha retto bene davanti ad Abbiati, con Ambrosini ha tenuto botta e con El Shaarawy ha rischiato prestissimo di centrare il bersaglio. La pre­senza di Boateng, non ancora collau­datoadovere, inter­venuto al posto di Emanuelson (po­co incisivo), ha con­tribuito a moltipli­care le ansie della Roma che è stata una delusione in­nanzitutto nel suo atteggiamento. È vero, Luis Enrique ha messo un paio di lucchetti ai can­celli ma nel frattempo ha smarrito il filo del gioco che ne ha aveva sugge­rito i complimenti iniziali. Ha prova­to a vincere quando ha visto il Milan sconvolto dalla fatica (accumulata per aver voluto tentare il recupero della finale di coppa Italia) inseren­do in un colpo solo Pjanic e Bojan, troppo leggeri entrambi per riusci­re a mettere pressione alla difesa rossonera nel frattempo sostenuta da un Mesbah di buon livello sul fianco sinistro e dal solito Mexes, una specie di Maciste dell'area di ri­gore.

Non è difficile indovinare co­sa potrà raccontare Luis Enrique al suo amico e compatriota Guardio­la a proposito del Milan: è Ibrahimo­vic, tanto Ibra in attacco. Adesso so­lo le forze fresche, Robinho, Boa­teng e Aquilani le previsioni più at­tendibili, possono offrire al Milan la freschezza atletica e anche il piglio per non soccombere subito dinan­zi all'armata catalana.

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