Proprio quando Maldini e Massara stavano cominciando a lavorarsi Zlatan Ibrahimovic per prolungargli il contratto di un altro anno, ecco che arriva il segnale che induce alla prudenza. Mentre Pioli cominciava a pregustare il rientro dello svedese, magari non domani con il Sassuolo, ma quanto meno mercoledì contro la Lazio come regalo natalizio, ecco la doccia fredda che rimanda tutto al nuovo anno: Zlatan si è infatti fermato di nuovo, sempre problemi muscolari, questa volta al polpaccio, ma l'attacco rossonero dovrà fare a meno ancora del suo totem.
Insomma, se Ibra l'eterno comincia a scricchiolare, non si può più pensare di ancorare i destini rossoneri a un giocatore che comunque veleggia verso i 40 anni. Anche se, a conti fatti, non si può certo dire che il Milan sia Ibra-dipendente, almeno dal punto di vista dei risultati. Prova ne sia che in tutto il 2020, dall'esordio dello svedese contro la Sampdoria ad oggi, il Milan ha perso solo 3 partite (con Inter, Genoa e Lilla) ma paradossalmente proprio con Ibrahimovic in campo. Nelle 16 partite saltate dallo svedese (tra coronavirus e guai muscolari vari) i rossoneri non hanno mai perso, anzi hanno segnato ben 34 gol. Dunque, come sostenere almeno dal punto di vista statistico che il Milan sia Ibra-dipendente?
Eppure, quando Ibra non c'è, la mancanza si sente, eccome. E la sentono soprattutto i suoi compagni di reparto, perché Ante Rebic non ha ancora segnato un gol in questa stagione, dopo essere stato toccato dalla bacchetta magica dello svedese nello scorso campionato (0 gol in 7 partite prima dell'arrivo di Zlatan; 11 in 19 dopo l'apparizione del totem), mentre Rafa Leao non riesce ancora a dare segni di maturità e soprattutto di concretezza sotto porta nonostante i numeri che possiede e la sponsorizzazione dello stesso Ibra.
Però il Milan, nonostante questi attaccanti sterili, continua a segnare. Va in gol due volte a partite da 14 turni, record assoluto nella storia della serie A, meglio persino del Grande Torino. Anche se poi nelle ultime due partite le reti sono arrivate sempre dai difensori. Dunque c'è qualcosa che non quadra, anche perché puoi essere imbattuto in campionato da 24 partite, ma non puoi sempre dannarti l'anima per rimontare due gol contro il Genoa, contro il Parma, persino contro il Celtic in casa
E se fino a ieri nessuno a casa Milan pensava seriamente a cercare un vice Ibra, adesso forse le cose cambieranno. Anche se in giro c'è poco da scegliere: dal solito Giroud del Chelsea a Jovic del Real, per non ricorrere al vecchio Mandzukic, libero a parametro zero, ma finito su un binario morto da marzo dopo la triste esperienza qatariota.
E allora, forse, la vera soluzione potrebbe essere Milik, ormai fuori da tutti i progetti napoletani, che oltre tutto è quello che si avvicina di più a Ibra come tipo di giocatore. Ma intanto ci sarà ancora da stringere i denti: Sassuolo e Lazio non sono avversari in vena di regali.
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