Per fortuna che c'è Cristiano Ronaldo. Almeno avremo la certezza di vedere subito sul campo un bomber acclarato, magari futuro pallone d'oro come dicono gli spagnoli, nelle squadre che contano in Italia. Per gli altri, prego accomodarsi. Diciamo questo perché fra sei giorni, in Cina, Juventus e Inter sfileranno nella prima sfida stagionale: una chicca anche per patron Suning che fa del brand Inter un fiore all'occhiello. Peccato che mancheranno i delegati ufficiali al ruolo. Per quelli ufficiosi, o di rincalzo, c'è solo l'imbarazzo della scelta. Fra le varie stranezze del calcio italiano anche questa: gran via vai di soldi e di idee, ma chissà chi lo sa quale sarà il centravanti titolare delle nostre squadre top?
Il riferimento tocca Juve, Napoli, Inter e Roma, avviluppate nella ragnatela di dispetti e sospetti, veti e rincorsa al prezzo ribassato. Sta meglio il Milan, dotato di centravanti titolare (Piatek) sebben in quasi tutto il resto sia carente e deludente. Pur vero che il nostro pallone è sempre stato votato alla difesa, ma non ditelo ai discepoli di Sacchi e compagnia cantante, però veder uno sfavillare di nomi e di intenti per poi trovarsi a metà luglio, ad un mese dal campionato, ancora senza lo chef necessario in ogni cucina calcistica, è perlomeno stravagante. Nel calcio non si vive senza goleador e gol (fatti), con quelli subiti si incartano le delusioni.
Andiamo con ordine: Juve e Napoli occhieggiano il flirt con Icardi, attendono da predatori che l'Inter dica «Mi arrendo» sul prezzo e, fra l'altro, farebbero volentieri a meno di Wanda Nara che fa più paura ai dirigenti di quanto riesca al marito con i portieri. Però se il Napoli ha un Milik di riserva, poca roba per pensare in grande, la Juve offre la vasta gamma dei suoi ipotetici centravanti: Mandzukic, Kean, Dybala e tien Higuain sulla bancarella a far gola alla Roma. E, attenzione, il popolo tifoso ha acclamato Gonzalo più di Kean e Mandzukic, Sarri ha un debole per l'argentino e sta sviluppando i suoi leggendari schemi grazie all'apporto del Gonzalo infuriato (con la Juve): chissà mai non partano gli altri e resti lui. A quel punto ci resterebbe male la Roma che vorrebbe disfarsi di Dzeko (leggi Inter), ma non può restare col cerino in mano. Immaginiamo, invece, il viso soddisfatto di Antonio Conte, uno che vedi lo schema o mori insegnare le linee guida del ruolo a Colidio, Esposito e Puscas, tre giovinetti destinati alla Primavera, portati in Cina per mancanza di meglio e che giocheranno contro la Juve. Un po' deludente! La strategia nerazzurra sull'uomo che dovrebbe guidare il destino dell'attacco fa acqua, comunque la si guardi: Icardi castigato senza aver in mano nemmeno un sostituto, e con l'ipotesi di cederlo al ribasso solo a Juve o Napoli, dirette concorrenti. Intanto Dzeko attende e spera.
Mentre l'Inter comincia a chiedersi se spendere 83 milioni (più 45 spalmati di ingaggio) per Lukaku non sia una follia e gira l'occhio verso Cavani. Più che follia, una indecenza. Ma peggio raccontar sogni ai tifosi e non aver ancora reclutato chi li può trasformare in realtà.
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