Un'Inter da neuro, più che pazza. È quella che batte l'Empoli dopo novantanove minuti, chiude al quarto posto in classifica e per il secondo anno di fila centra la qualificazione alla Champions League. Era l'unica cosa che contava, vero, ma arriva in fondo a una partita da film, che entra di diritto tra le più assurde della storia nerazzurra. Dopo un primo tempo dominato senza trovare il gol, complici le parate di Dragowski, nella ripresa Keita entra e sembra risolvere la pratica. Ma è solo il viatico a un'ora da cardiopalma. Icardi spreca il rigore del ko e chiude una stagione da incubo nel peggiore dei modi, probabilmente anche la sua storia nerazzurra. E il destino vuole che più del gol di Nainggolan, la firma più grande sia quella di Handanovic, ovvero colui che ha ereditato la fascia dall'argentino. Il passaggio di consegne viene marchiato nella notte più importante, quella della Champions. La seconda di fila centrata da Spalletti, ma non basterà con ogni probabilità per rivederlo sulla panchina nerazzurra l'anno prossimo. Nonostante aver raggiunto l'obiettivo minimo, affrontando i casi Nainggolan, Perisic e appunto Icardi. Antonio Conte è pronto a ringraziare e a prendere il comando. Il primo obiettivo sarà quella di normalizzare una squadra che è stata più pazza che più pazza non si può.
Perché alla fine del primo tempo l'Inter era fuori dalla Champions, complice il pari dell'Atalanta e il Milan in vantaggio sulla Spal. Stoppata da un Dragowski straordinario, mentre Handanovic era provvidenziale su Caputo sull'unica ripartenza dei toscani. A San Siro sale l'ansia con le notizie che arrivano dagli altri campi. Sembra una notte già vista, tipo quella in Champions contro il Psv. Spalletti nell'intervallo manda un messaggio preciso: fuori Asamoah, dentro Keita. E viene premiato perché proprio Keita segna dopo appena sei minuti con un destro chirurgico.
A quel punto per l'Inter dovrebbe iniziare il conto alla rovescia. Arriva anche l'occasione di chiuderla. Su un retropassaggio si avventa Icardi contrastato in uscita da Dragowski, che tocca il pallone, ma anche il Var a sorpresa conferma il rigore. L'ex capitano si fa parare il tiro: è un tatuaggio più tatuaggio di quelli che ricoprono il suo corpo. È una macchia indelebile. Poco dopo esce tra fischi e insulti. Poi succede di tutto. L'Inter si aggrappa ad Handanovic, che però si deve arrendere a Traorè che segna a porta vuota con l'Inter in dieci (Perisic ko) e gela San Siro. Nainggolan riporta avanti i nerazzurri in sei minuti: bravo il belga a infilare il tap-in dopo la respinta del palo sul tiro di Vecino. C'è sempre lo zampino dell'uruguagio, che l'anno scorso segnò il gol Champions contro la Lazio. Ma non è finita: la traversa salva Handanovic sulla deviazione di D'Ambrosio, poi il portiere è miracoloso su Ucan. Il var annulla il 3-1 di Brozovic a porta vuota da metà campo perché Keita fa fallo su Dragowski e viene anche espulso.
L'Empoli retrocede non a testa alta, ma altissima. L'Inter non ha nemmeno la forza di festeggiare per la tanta paura provata. Aveva ragione Spalletti, questa partita rimarrà tatuata su tutti i nerazzurri, ma da ricordare ci sarà solo la qualificazione Champions.
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